Solidarietà a Cesenatico: bagnini omaggiano i carabinieri per le vittime di Verona
I bagnini di salvataggio di Cesenatico hanno espresso il loro profondo cordoglio e solidarietà all’Arma dei Carabinieri di Cesenatico in seguito alla tragica perdita di tre militari in provincia di Verona.
Il Gesto di Solidarietà a Cesenatico
L’iniziativa, scaturita da Massimiliano d’Alessandro, una delle “divise rosse”, è stata immediatamente accolta da tutto il gruppo. Ieri, presso la caserma di Viale Carducci a Cesenatico, due delegati del gruppo di salvataggio, Massimiliano e Alessandro Monti hanno consegnato un mazzo di fiori ai Carabinieri.
Il messaggio di cordoglio allegato recitava: “Il gruppo salvataggio rescue di Cesenatico esprime il più profondo cordoglio per la perdita di Marco, Valerio e Davide”.

La Tragedia di Castel d’Azzano
L’omaggio è riferito all’esplosione avvenuta in una casa rurale a Castel d’Azzano (Verona) durante le prime ore del mattino, mentre i Carabinieri erano impegnati in un’operazione di verifica/perquisizione in vista di uno sgombero. L’esplosione ha provocato il crollo della struttura.
Le Vittime:
Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, 56 anni
Carabiniere Scelto Davide Bernardello, 36 anni
Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, 56 anni
Il bilancio totale è di 3 morti e 17 feriti, di cui 13 carabinieri.
Indagini e Fermo dei Tre Fratelli
Sono stati fermati tre fratelli che occupavano il casolare: Dino Ramponi (63 anni), Maria Luisa Ramponi (59 anni) e Franco Ramponi (65 anni). I primi due sono ricoverati in ospedale per ustioni, la donna in codice rosso. Durante il sopralluogo, sono stati rinvenuti residui di Molotov e bombole di gas.
La Procura di Verona: “Atto Volontario e Premeditato”
Il procuratore di Verona, Raffaele Tito, ha definito la scena “apocalittica” e “una delle cose più brutte della mia vita”. La Procura procede per omicidio volontario premeditato nei confronti dei tre fratelli.
Il procuratore Tito ha precisato che l’azione dei Carabinieri era una perquisizione/verifica e non lo sgombero effettivo (previsto per due giorni dopo), ed era stata decisa a seguito di minacce e del rinvenimento di bottiglie Molotov sul tetto a settembre. Ha aggiunto che l’esplosione di una delle bombole di GPL sarebbe stata provocata da una Molotov lanciata proprio da Luisa Ramponi, che aveva precedentemente minacciato di darsi fuoco.
Le parole di Fondamenta – Alleanza Verdi e Sinistra
Fondamenta-AVS esprime solidarietà piena alle vittime e lancia tre richieste inderogabili:
- Identificazione rapida e trasparente dei responsabili;
- Chiusura immediata di luoghi, sedi, spazi pubblici che favoriscono l’organizzazione di soggetti d’odio, spazi che – se riconducibili agli stessi ambienti dell’aggressione di settembre in Corte Dandini – devono essere sgomberati e confiscati;
- Avvio di controlli e monitoraggio continuativo, istituzionali e sociali, affinché nessuno spazio resti terreno fertile per la propaganda neofascista e la violenza di piazza.
Cesena non può retrocedere davanti a questi fenomeni di intolleranza, violenza, discriminazione. È necessaria una linea di rottura: tolleranza zero verso rigurgiti razzisti e antidemocratici. Le istituzioni – Prefettura, Forze dell’Ordine, Comune – devono assumersi responsabilità politiche e operative immediate.
Fondamenta-AVS ribadisce che non può esistere neutralità su questi temi: chi pratica l’odio, rendendo le nostre città pericolose per specifiche categorie di persone deve essere identificato, e sgomberato. Chiediamo ai cittadini, alle associazioni, ai gruppi politici antifascisti e democratici di mobilitarsi subito: non possiamo lasciare che spazi d’odio continuino a intossicare le nostre comunità.