Il libro
Cappelli parte da una domanda semplice ma radicale: “Cosa accade dentro di noi nel momento in cui decidiamo di guidare una moto?“. La risposta si sviluppa tra psicologia e filosofia, teologia e antropologia, intrecciando pensiero e testimonianza personale. Il risultato è un libro che, con profondità e originalità, indaga la trasformazione interiore che può avvenire nel mettersi in viaggio, facendo della moto non solo uno strumento, ma una metafora potente del vivere.
La motocicletta diventa così simbolo di libertà, ma anche di fragilità, luogo di meditazione, spazio per il silenzio e l’ascolto. Un mezzo che mette in contatto con la natura, il rischio, la velocità, ma anche con la preghiera e l’essenzialità. Un cammino spirituale su due ruote che l’autore ha vissuto e condiviso all’interno di un motoclub da lui fondato, dove fratellanza e accoglienza diventano parte integrante del percorso.
«La felicità del biker non è un libro per soli motociclisti», spiega Cappelli, «ma per tutti coloro che cercano un significato più profondo nelle esperienze quotidiane, per chi crede che anche il rombo di un motore possa diventare preghiera, e la strada, una via per l’incontro con l’Assoluto».
La felicità del biker è un invito a riscoprire la spiritualità nei luoghi inaspettati della vita, a leggere il movimento, la velocità e il silenzio come chiavi per comprendere se stessi e il mondo. Un libro che scorre come un itinerario tra paesaggi interiori, e si conclude dove ogni vera ricerca porta: nel cuore dell’umano.

L’autore
Filippo Cappelli è sacerdote e insegnante di Filosofia, Storia e Scienze umane e scrive come giornalista pubblicista con diversi quotidiani e riviste. Ha collaborato in CEI con l’Ufficio UNTS per la Pastorale della Strada. Fra le molte passioni che lo hanno sostenuto nella vita, oltre che l’andare in moto, le lauree in Filosofia teoretica, Dams, Teologia, Cinematografia e Psicologia clinica. A Budrio di Longiano (FC) ha fondato il motoclub Duc in altum – Prendi il largo (Lc 5,4).