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Abbiamo continuato a raccogliere le testimonianze dirette di chi la colonia Leone XIII l’ha vissuta in prima persona: dopo la storia di Elisa, arriva quella di Valentino Picozzi.

“Dal 1995 agli anni 2000 sono stato animatore degli adolescenti alla Paolo Sesto, un distaccamento della Leone XIII, costruito successivamente. Il complesso e la proprietà erano gli stessi. Noi studiavamo in seminario a Brescia e fu la diocesi a chiederci chi voleva fare un’ esperienza, in primis, personale, retribuita da un modesto compenso, all’interno della colonia” – inizia così il racconto di Valentino.

La quotidianità in colonia

“A darci le indicazioni era il direttore stesso, Don Francesco. La giornata era ricca di attività e appuntamenti. La mattina organizzavamo tornei di beach volley in una grande area fuori la colonia, prima di arrivare al mare. Poi si raggiungeva il mare dove ricordo ancora Adriano, il bagnino che ci indicava fin dove ci saremmo potuti spingere in acqua.

“Tornavamo – prosegue Valentino – poi in colonia e quando ci davano l’orario era possibile fare il bagno in piscina dove c’era il bagnino Stefano, giovane, simpatico, diventato amico dei ragazzi. Seguiva il pranzo. Successivamente suddividevamo i ragazzi in due gruppi – 6 camerate da circa 15/20 ragazzi ciascuno. Qualcuno usciva raggiungendo il parco di fronte ad Atlantica, altri chiacchieravano all’ombra…non c’erano i telefonini a quel tempo, quindi ricordo che si condivideva molto tempo insieme, chiacchierando”.

Colonia Leone XIII (Paolo Sesto)

“Eravamo sempre noi animatori a gestire i loro soldi per cui al loro arrivo segnavamo in un quaderno nome e budget ed ogni pomeriggio o sera davamo loro quanto serviva per un gelato, ad esempio, e scalavamo la cifra da quegli appunti. Il resto del pomeriggio lo si passava in piscina  dalle 15 alle 16 e poi in spiaggia. Si rientrava in colonia per la cena e la prima parte del post serata era dedicata alle telefonate a casa, sempre gestite da noi per organizzare e gestire al meglio la mole dei ragazzi”.

“La seconda parte della serata, suddivisi in gruppi, si andava a fare una passeggiata fino al grattacielo di Cesenatico, al porto, alla piadineria di Pantani, agli autoscontri…Per le 23:30 si rientrava pronti per la buonanotte” – prosegue il racconto Valentino, su una giornata tipo in colonia”.

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Ricordi di gioventù

“Conservo ancora ricordi simpatici come i baci nascosti la sera tra ragazzini e ragazzine che nel tempo delle due settimane aveva stretto amicizia, le lettere d’amore che le ragazzine ci chiedevano di mettere sotto il cuscino del ragazzino che piaceva loro, delle fughe verso il chiosco della piadina per comprarne una, dopo aver tolto la rete metallica da un passaggio che permetteva loro di sgattaiolare via…”.

“La colonia – ricorda Valentino – è stata per me una vera e propria palestra che mi ha allenato. E questo mi manca.  Oggi sono un docente e quando i miei ragazzi mi riconoscono la grande pazienza che ho, credo arrivi anche da quella esperienza. Dalla condivisione con tante persone, ognuno con la propria storia… Oltre alla colonia di Cesenatico ho frequentato anche quella di Riccione, Pinarella di Cervia e tanto mi è piaciuta questa terra che mi sono trasferito a Rimini, dove vivo”.

Colonia Leone XIII (Paolo sesto)

“Io conservo un clima stupendo fatto di serenità, divertimento, relax. Alcuni dei ragazzi viveva la nostalgia di casa, però era facilmente superata dal fatto che le giornata erano così piene, ricche di proposte… oltre al gioco c’erano anche momenti di riflessione. Chi sapeva suonare la chitarra accompagnava il canto di tutti gli altri, e seguiva poi un approfondimento del tema rispetto al brano”.

“Alcuni dovevano scegliere la scuola da frequentare a settembre per cui noi animatori più grandi, abbiamo fatto anche un po’ di orientamento. Dopo i miei primi due anni all’interno della Paolo Sesto, sono diventato responsabile di questi giovani: dalle iscrizioni, alla distinzione in camerate (chi va con chi), chi farà l’animatore, cosa serve, l’ organigramma… – ” conclude Valentino.

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