Bandi Bolkestein: il modello Recco per le concessioni balneari sotto la lente
C’è grande attesa per la pubblicazione dei bandi che metteranno in pratica la Direttiva Bolkestein per assegnazione delle concessioni demaniali marittime. La situazione è complessa: mentre i proclami si susseguono, il nodo cruciale degli indennizzi resta fermo, bloccato da mesi.
In questa incertezza normativa, è essenziale guardare agli esempi pratici. Un modello di riferimento arriva dalla Liguria: il Comune di Recco (Genova) ha infatti concluso la procedura per riassegnare le concessioni degli stabilimenti balneari. Secondo chi opera nel settore, il bando applicato a Recco potrebbe essere replicato, in forma molto simile, anche in altre località come Cesenatico.
La struttura del bando: punti e criteri fondamentali
Il bando di Recco attribuisce un punteggio massimo di 100 punti, suddiviso in tre aree di valutazione principali, che definiscono l’idoneità del progetto e del gestore.
Le macro-categorie sono:
- “Offerta tecnica” (con un peso massimo di 40 punti).
- “Ulteriori elementi di valutazione del progetto” (la più pesante, con 45 punti).
- “Piano di gestione” (che vale i restanti 15 punti).
Nella prima categoria, quella tecnica, un elemento riceve particolare rilevanza (fino a 14 punti): si tratta della capacità di proporre “Investimenti d’interesse pubblico“. Questi investimenti devono essere funzionalmente collegati alla concessione, ma possono essere realizzati sia all’interno che all’esterno dell’area concessa, purché importanti per lo sviluppo del territorio.
I requisiti che fanno la differenza nel punteggio
È nella categoria degli “Ulteriori elementi” che si trovano i criteri che premiano l’esperienza e l’impegno sociale. La voce con il peso maggiore in assoluto (fino a 14 punti) è riservata all’Esperienza tecnica e professionale già maturata in relazione all’attività oggetto della concessione.
A questa si aggiungono altri due criteri molto quotati, ciascuno con un massimo di 8 punti, che bilanciano continuità e responsabilità sociale:
- l’impegno formale ad assumere personale appartenente alle categorie protette (se non già obbligati per legge). Questo vincolo richiede il mantenimento del personale per un periodo minimo pari alla metà della durata della concessione stessa.
- l’utilizzo della concessione come prevalente fonte di reddito per il titolare e il suo nucleo famigliare nei cinque anni precedenti l’avvio della procedura selettiva. Questo criterio mira a tutelare le piccole realtà imprenditoriali esistenti.

