Come ogni anno, il 7 dicembre alla Prima del Teatro alla Scala di Milano, già dal pomeriggio bandiere, striscioni e manifestanti si sono radunati oltre le transenne che delimitano gli accessi al teatro. L’atmosfera di festa e alta cultura è stata affiancata da un forte momento di protesta.
Alle 18 è iniziata l’opera inaugurale, “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitri Šostakovič, alla presenza di politici, personalità dello spettacolo e rappresentanti del mondo della finanza. Ma già intorno alle 15.30 un gruppo di musicisti e coristi della Scala, impegnati nella stessa serata sul palco, è sceso in piazza per eseguire il celebre “Va’, pensiero” come forma di protesta. Tra questi musicisti anche Thomas Cavuoto, violista cesenaticense dell’Orchestra del Teatro.
L’obiettivo: denunciare le politiche governative dedicate allo spettacolo, chiedere maggiore attenzione verso il settore culturale, finanziamenti adeguati e lo stop alle ingerenze politiche nella cultura.
“Questo presidio parla a tutto il Paese – ha dichiarato Luca Stanzione, segretario della Cgil Milano – e dice al governo che non ci arrendiamo all’idea che si occupino di cultura senza preoccuparsi delle lavoratrici, dei lavoratori e della loro libertà artistica. Bisogna investire nell’economia della conoscenza, di cui Milano è capitale, invece che nell’economia di guerra”.
Al presidio sono arrivati messaggi di solidarietà da lavoratori della cultura di tutta Italia: dal Teatro Bellini di Catania al Teatro Regio di Torino, dal coordinamento delle fondazioni lirico-sinfoniche all’Orchestra Sinfonica di Milano e alla Sinfonica Siciliana. Hanno preso la parola anche due lavoratori del Teatro La Fenice, in mobilitazione dopo l’annuncio della nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale.
“Siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo – hanno dichiarato – È l’inizio della fine, e la cultura non può piegarsi a questa logica. Non possiamo permettere che l’ingerenza politica distrugga un tempio della lirica. Chiediamo il supporto dell’opinione pubblica: stateci vicini”.

