Il Salumificio DelVecchio, all’esito delle notizie apparse sui mezzi di informazione, ritiene opportuno chiarirne gli aspetti più significativi.
“Da un lato – si legge – vi è la nostra assunzione di responsabilità in merito alle violazioni accertate e contestate, la cui natura suggestivamente ingigantita in sede mediatica deve essere ridimensionata nel rispetto della reale portata degli accertamenti”. (La notizia è stata diramata da un comunicato ufficiale di un ente istituzionale, non si conosce chi l’abbia ingigantita, sicuramente non livingcesenatico.it, ndr).
“I fatti – prosegue la nota – risalgono a poco meno di due mesi fa e le non conformità evidenziate sono state superate e gestite nei termini che prevede la legge e le Autorità Sanitarie.
In questa fase di crescita lavorativa abbiamo commesso alcune ingenuità burocratiche e organizzative (a questo link le ingenuità riscontrate dai nas, ndr) che – assicura il salumificio – non hanno nulla a che vedere con la qualità dei nostri prodotti”.

“Il giorno 2 aprile 2025, i Nas di Bologna hanno accertato che in un locale adibito a deposito e stoccaggio esterno all’azienda erano presenti, assieme a vario materiale, alcune merci da smaltire, tra cui spezie utilizzate in passato per produzioni e ricette dismesse negli anni e budelli ricevuti come campionature da testare, accumulati nel corso degli anni e – dice il salumificio – mai utilizzati.
Tale merce non atteneva né aveva alcun impiego nell’attuale ciclo produttivo del salumificio, tanto che appunto si trovava in locali destinati al solo stoccaggio fuori dalla pertinenza aziendale ed era individuata con cartelli che ne indicavano il successivo smaltimento, come hanno potuto constatare gli stessi agenti operanti”.
“Con riguardo ai prodotti alimentari presenti nelle celle e nei locali adibiti alla loro preparazione, nessuna irregolarità è stata contestata, se non la presenza di un minimo quantitativo di salumi (nell’ordine di poche decine di Kg) scaduti il sabato precedente l’accertamento. Anche con riguardo alle lamentate carenze di indicazione delle procedure di confezionamento, l’accertamento si è concluso con pochi rilievi burocratici di scarsa importanza. In conclusione, il suggestivo quanto abnorme resoconto circolato si è invece contenuto in un accertamento di violazioni di natura amministrativa che hanno comportato l’erogazione di sanzioni esclusivamente pecuniarie”.
“La sanzione è già stata pagata e le irregolarità contestate immediatamente sanate con la garanzia delle Autorità competenti. Ciò che è accaduto attiene a comuni, numerosi e sistematici accertamenti il cui esito, ben lungi da gravi responsabilità penali, si risolve in attività di adeguamenti burocratici e formali, che nulla hanno a che fare con la salubrità dei prodotti commercializzati.
Gli standard produttivi non sono stati messi in discussione, addirittura, nelle premesse dell’accertamento di cui trattasi, gli stessi Nas hanno evidenziato testualmente “apprezzamento per le riscontrate idonee condizioni strutturali ed igienico sanitarie” degli ambienti ispezionati. Tanto si doveva a tutela della nostra Società e del buon nome dell’azienda, per chiarezza e precisione”.