“Definisci piazza piena”
Questo il vero titolo del servizio sulla manifestazione pro Gaza di Cesena in Piazza della Libertà. Erano circa 1500 le persone che si sono radunate a meno di 24 ore dalla chiamata. Le età andavano dai dieci agli ottanta anni. Nutrita e inaspettata la presenza di numerosi cittadini di Cesenatico.



Gli interventi
Ad aprire gli interventi è stato chi se è ad una manifestazione vuol dire che val la pena esserci. Francesco Occhipinti ha letto una testimonianza diretta. “«A tutte le persone residenti in quest’area. A causa delle azioni terroristiche con cui i terroristi presenti nella vostra area stanno aggredendo Israele, le forze di difesa israeliane sono costrette a reagire. Vi esortiamo, per la vostra sicurezza, ad evacuare l’area». In pratica – ha continuato nella lettura – l’esercito israeliano sta passando di casa in casa appiccicando sugli usci un avviso di “lavori in corso”, prima di radere al suolo interi quartieri”. Le parole sono quelle di Vittorio Arrigoni (morto a Gaza); le ha scritte nel 2009 dopo l’inizio dell’operazione Piombo Fuso. “Quando vi dicono – ha commentato Occhipinti – che tutto è iniziato il 7 ottobre è una balla, mentono sapendo di mentire”.

Un’analisi
Raramente a Cesena si è vista una piazza così piena e partecipata per un evento che è sì politico (non partitico), ma soprattutto di solidarietà umana. Quello che spesso accade oggi giorno è ridurre il genocidio in Palestina ad una baruffa tra due tifoserie: una a destra e l’altra a sinistra. Chi sta col più forte dentro il carrarmato, chi parteggia per chi ha la fionda. Ma la brutalità di quanto testimoniato da chi è sul posto, ed è ancora vivo, descrive una situazione che travalica il diritto internazionale e che è umanitaria, non più “solo” politica. E nonostante ciò ci sono due tifoserie contrapposte. E dire che tutti e tutte hanno sentito almeno una volta il concetto “Divide et impera”. A quanto pare mai fuori moda.


A cosa serve una manifestazione per Gaza in centro a Cesena
Serve a fare massa critica, quel concetto che molti vorrebbero disinnescare con sterili ritornelli copia incolla. A Cesena non puoi fermare la guerra, a Cesena non puoi salvare le vite di chi sta in Palestina. A Cesena puoi fare massa critica. Se nessuno parlasse di ciò che di disumano avviene in Palestina avrebbero fermato i container di armi a Ravenna? Probabilmente no. Bastano due container in meno a fermare la guerra? No. Porta più persone in piazza? Sì. Per quanto ancora il governo può far finta di nulla? Per quanto ancora il governo potrà stare dalla parte sbagliata dell’umanità?

E se qualcuno è già pronto a criticare l’articolo, chi scrive e il sito che sta leggendo perché “la stampa dovrebbe essere neutrale” che dire… se davanti ad un genocidio il problema è livingcesenatico non c’è bisogno di altre definizioni.