La segnalazione di un cittadino di Cesenatico svela un problema diffuso: una partita di targhe ha perso la riflettenza necessaria per gli autovelox. Il Ministero tace e i costi ricadono sugli automobilisti.
“Freni, fanali e gomme vanno bene, ma non posso passare il collaudo per colpa della targa. Non va bene, va cambiata”. Inizia così il racconto di un cittadino di Cesenatico, rimasto sbigottito davanti al verdetto dell’officina in sede di revisione. L’auto è in perfette condizioni meccaniche, ma non può circolare. Il motivo? La targa si è deteriorata, o meglio, appartiene a una specifica partita di produzione che non rispetta più gli standard attuali.
Il problema: targhe “invisibili” agli autovelox
Secondo quanto emerso dalla segnalazione, il problema riguarda principalmente un lotto di targhe prodotte tra il 2004 e il 2006. Con il passare del tempo, questi supporti hanno perso le caratteristiche di riflettenza necessarie. In termini pratici, la targa non riflette più correttamente la sequenza di numeri e lettere quando viene colpita dal flash di un autovelox o di una telecamera ztl. Di conseguenza, il veicolo non è identificabile dai sistemi elettronici e non può superare la revisione periodica.
Nessuna comunicazione, solo costi
Ciò che indigna maggiormente gli automobilisti non è il problema tecnico in sé, ma la gestione burocratica. Non pare essere stata inviata alcuna comunicazione ufficiale dal Ministero dei Trasporti ai proprietari dei veicoli interessati. Il cittadino scopre il problema solo una volta arrivato in officina, innescando una trafila burocratica all’Aci e una perdita di tempo considerevole.
Inoltre, le targhe non possono essere restaurate, ritoccate o “ammodernate”: vanno obbligatoriamente sostituite. Questo comporta un costo che si aggira intorno ai 220 euro.
La rabbia del cittadino: “Perché paghiamo noi per un errore non nostro?”
“Ho due furgoni che purtroppo rientrano in questo caso e la spesa non è poca”, commenta l’imprenditore di Cesenatico, sollevando un dubbio legittimo sulla responsabilità dei costi. “Mi chiedo una cosa: se il Ministero ha sbagliato a dare delle targhe ‘scadenti’, perché non le dà nuove senza far pagare questi costi al cittadino?”
Una domanda lecita, specialmente considerando l’impatto sulle finanze familiari. Se per un’azienda può essere un costo imprevisto (ma evitabile), per una famiglia trovarsi a pagare oltre 200 euro per un vizio di fabbricazione – e non per usura dovuta all’utilizzo – è una spesa considerevole.
“Parlando in giro noto che diverse persone sono incappate in questa spesa e non penso sia giusto che nessuno ne parli”, ha concluso il cittadino, sperando che la segnalazione possa smuovere qualcosa o almeno avvisare chi possiede auto immatricolate in quel triennio.

