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Il Comune di Cesenatico omaggia Pier Paolo Pasolini nel 50° anniversario della sua morte con la proiezione del documentario “Il prezzo da pagare”.

Verrà proiettato mercoledì 17 dicembre alle 21 al Cinema Rex. Saranno presenti in sala il regista Stefano Ferrari e la sceneggiatrice Mira Buriani insieme a Roberto Chiesi critico cinematografico e responsabile del Centro Studi – Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna.

L’inizio della proiezione è previsto per le ore 21 con apertura porte per le 20.30. L’ingresso è gratuito, senza prenotazione.

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Il film

“Il prezzo da pagare” è il docufilm di Stefano Ferrari, sceneggiato da Miria Burani e musicato da Cisco Bellotti, che descrive una fetta di storia di Bologna, del territorio bolognese, di quello emiliano-romagnolo e infine italiano.  È una storia di dolore, di rinascita, di risurrezione, di rappresentazioni cinematografiche e letterarie, ma anche di misteri, di fede e di morte. È una storia che parte da Marzabotto e dall’eccidio di Monte Sole del ’44, arriva all’ultimo Pasolini, passa per il “Caso Mattei” e riporta sulla scena personaggi quasi dimenticati, come don Fornasini e don Marchioni, entrambi uccisi dalla furia nazifascista. È la storia di una fotografia precisa, di un’immagine scattata nel 1975, una foto vera ma al contempo costruita su un set, immaginifica e immaginaria con un connotato preciso. Pier Paolo Pasolini, che sarebbe stato ucciso di lì a pochi mesi sul lungomare di Ostia, volle rappresentare allegoricamente la “deumanizzazione” della società sua contemporanea e, pensando a quando l’essere umano si fosse reso più barbaro e senza morale, pensò di legarla a Marzabotto, a Monte Sole. Così, decise di ambientare idealmente il suo “Salò e le 120 giornate di Sodoma”, l’ultimo suo film liberamente tratto dalle opere del Marchese De Sade e girato a Villa Aldini (Bologna) e Castelfranco Emilia, per larghi tratti come si trovasse a Marzabotto nell’autunno del 1944, quando i nazifascisti si resero protagonisti della strage di Monte Sole, che mieté 771 morti e distrusse un’intera comunità resistente. Pasolini inventò un set per dare corpo a quell’idea, fece dipingere la scritta Marzabotto sui cartelli stradali e girò le scene con l’animo di chi avrebbe dovuto dimostrare persone che disprezzavano altre persone.

Erano, quelli, in Italia i tempi della strategia della tensione, degli attentati politici, del treno Italicus, dei temi forti che Pasolini inseriva negli Scritti Corsari sul Corriere della Sera e che stava instillando nel suo romanzo postumo “Petrolio” (sarebbe uscito solo nel 1992), in cui Eugenio Cefis padre padrone dell’energia italiana veniva chiamato “Troia” e secondo il quale, non avrebbe dovuto essere dato alle stampe. Pasolini scavò a fondo sulla fine di Enrico Mattei, la storia del presidente dell’Eni morto nel 1962 su quel bimotore caduto a Bascapè, nella campagna fra Pavia e Milano, dove oggi la stessa Eni-Snam ha costruito un mausoleo, che si trova davvero casualmente a due passi dal set di “Teorema” uno dei capolavori di Pasolini. Ma è Marzabotto il faro del nostro racconto, con la memoria di Monte Sole rappresentata dai superstiti o di chi ci ha appena lasciato, con il sacrificio di don Fornasini e don Marchioni, con la sparizione di un’intera comunità distrutta dalla furia disumana delle bande di Walter Reder. Un dato comune, si annida nel titolo: tutti i protagonisti del nostro racconto hanno infatti pagato la ricerca della verità, la resistenza, la propria voglia di sapere con la vita, con “Il prezzo da pagare”, appunto. Il docufilm si avvale dell’appoggio e del patrocinio della Cineteca di Bologna, è fortemente voluto dal direttore Gian Luca Farinelli, e si avvale della collaborazione del Comitato Regionale Onoranze Caduti di Marzabotto e del Comune di Bologna. La vicenda, raccontata senza l’espediente della voce fuori campo, sarà interpretata da importanti protagonisti del nostro contemporaneo: il celebre regista Pupi Avati che racconterà della sua sceneggiatura non riconosciuta del film “Salò e le 120 giornate di Sodoma”, David Grieco, che di Pasolini è stato aiuto regista, ci parlerà del maestro dietro la macchina da presa, dei suoi ultimi giorni e di quella mattina del 2 novembre a Ostia e della sparizione delle bobine del film che, forse, venne utilizzata come “esca” per invitare il regista della notte, sul lungomare di Ostia. Il saggista Giovanni Giovannetti, ci introdurrà nei misteri del processo Pasolini e delle ultime ore di Enrico Mattei, lo scrittore Paolo Morando racconterà chi era davvero Eugenio Cefis e quale peso abbia avuto negli anni dello scontro con Pasolini. Il noto scrittore e saggista Carlo Lucarelli ci offrirà uno spaccato originale sulla strategia della tensione, l’avvocato Andrea Speranzoni ci narrerà il fil rouge che lega Pasolini a Marzabotto, Tilde Riva il suo rapporto con Moravia e Roma, la professoressa della Statale di Pisa, Carla Benedetti ci introdurrà nella poetica resistente di Pasolini, Roberto Chiesi nelle sue atmosfere cinematografiche, mentre Enrica Sangiovanni illustrerà il significato della mostra su Pasolini curata proprio a Villa Aldini, dove si svolsero buona parte delle riprese in esterna, nel 1975. Prezioso il contributo di S.E. Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, sulla misericordia dei sacerdoti morti a Marzabotto e sul significato cristiano di quell’eccidio. Ma soprattutto, il ruolo determinante va ascritto ai superstiti di quella strage, con Ferruccio Laffi ma non solo che, con drammatica umanità ci racconteranno il loro dolore mai sopito. Nel finale, trova spazio la proposta presentata alla Corte d’Appello del Tribunale di Roma, da parte di un comitato di intellettuali, di riaprire il processo sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini alla luce delle ultime novità emerse.

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