
Le storie che Tinin Mantegazza ha riunito in questo libro sono tutte di prima mano, vissute da testimone o raccolte di persona. C’è l’Italia sotto la dittatura fascista con le sue contraddizioni, c’è la guerra con le sue tragedie e c’è l’immediato dopoguerra con l’energia della riconquistata libertà. Ci sono poi tre storie che esulano dal periodo 1943-1946 e formano quaasi un epilogo: una riguarda piazza Fontana (1969) e le ultime, poi, ritraggono nel profondo il carattere milanese. Proprio come il disegno, anche la scrittura di Tinin Mantegazza non spreca un tratto, non spende un aggettivo di troppo: comica senza scofinare mai nel grottesco, tragica senza valicare il limite del patetico, veritiera senza la rigidità del documento.
Tinin Mantegazza, 85 anni, ligure di Varazze, milanese da quando aveva sei anni ma trasferitosi poi a Cesenatico. Regista, illustratore, pittore, organizzatore teatrale e giornalista, ha vissuto il dopoguerra lavorando al quotidiano La Notte come disegnatore. Ha lavorato molto con la Rai, costruendo con la moglie Velia più di duemila pupazzi teatrali e televisivi, firmando programmi o collaborando a diverse produzioni rivolte ai ragazzi, come l’Albero Azzurro, per cui ha inventato il pupazzo Dodò.
