Nei giorni scorsi sono state portate a termine due operazioni di polizia giudiziaria attuate per il contrasto al bracconaggio. Le pattuglie del Corpo Forestale dello Stato sono intervenute a Cesenatico dove è stata denunciata una persona del posto, di nazionalità italiana, perché ritenuta responsabile di cattura di avifauna selvatica con reti da uccellagione. Il soggetto è stato denunciato a piede libero e sono stati posti sotto sequestro la rete, un esemplare di cardellino utilizzato come richiamo e, in seguito a perquisizione, un merlo, un lucherino e un altro cardellino quasi certamente oggetto di recente cattura illegale in quanto privi dell’anello identificativo previsto dalle norme vigenti. Alla persona segnalata alla Procura della Repubblica del Tribunale di Forlì per violazione della legge 157/1992 sono stati contestati i reati di cattura e detenzione di esemplari di avifauna particolarmente protetta (nel caso specifico cardellino e lucherino) e per esercizio dell’uccellagione con utilizzo di rete. La persona rischia l’arresto da 2 a 8 mesi o l’ammenda da 774 a 2.065 euro per la cattura e detenzione illegale di specie di avifauna particolarmente protetta, mentre per l’esercizio dell’uccellagione la pena prevista è l’arresto fino a un anno o l’ammenda da 774 a 2.065 euro.
L’operazione ha posto fine a un’attività illecita qual è il bracconaggio il cui effetto dannoso è più che evidente: oltre che costituire un’azione che contribuisce all’incremento dell’illegalità diffusa, le conseguenze dirette sono sia in danno dell’ambiente (cattura di specie protette) sia in danno dei cacciatori (cattura di specie cacciabili come cinghiale, capriolo, cervo), cacciatori che esercitano un’attività lecita nel rispetto di tempi, modalità, specie cacciabili e per questa pagano i previsti tributi e che vedono sottratta loro della fauna selvatica oggetto di attività venatoria.