
Le opere sono articolate in cinque sezioni, che testimoniano la sensibilità e la curiosità di Azzolini verso il mondo che lo circondava. Roberta Valtorta ne segnala l’impostazione narrativa da reportage (lo stesso Azzolini affermava di sentirsi, più che un bravo fotografo, «un bravo osservatore… forse anche un bravo narratore»), ma evidenzia subito dopo come tutti i soggetti e le situazioni ritratte siano delle rappresentazioni: un «teatro della realtà», appunto, sul quale il fotografo lavora mostrando le molteplici apparenze, travestimenti, illusioni e trucchi dei quali è costellata la nostra vita quotidiana. «Questo forse faceva Paolo Azzolini – scrive Valtorta nella sua introduzione – quando indagava l’espressività del carnevale, la pratica un po’ estrema del tatuaggio, il fascino antico del circo, i molti volti che si affacciano dai murales della città».
L’esposizione è allestita grazie al lavoro dell’associazione «Immagini di vita», che cura l’archivio del fotografo milanese, e che ha anche recentemente istituito una borsa di studio in suo nome presso il Centro Bauer di Milano, prestigiosa scuola di fotografia e comunicazione visiva.
La mostra inaugura sabato 9 settembre (ore 17) e rimarrà in esposizione fino al 1° ottobre con apertura il sabato (orario 9-13 e 15-20) e la domenica (orario 9-20).

