Un ragazzo di ventisei anni è morto ieri in ospedale a causa di un’overdose provocata da un mix letale di sostanze stupefacenti. Soccorso dal padre quando era già agonizzante, il giovane è morto per un probabile collasso cardiaco che non gli ha lasciato scampo.
Oltre all’autopsia, il pubblico ministero titolare delle indagini, Annadomenica Gallucci, ha disposto come supplemento d’esame anche le analisi tossicologiche per confermare i sospetti legati all’origine del malore fatale. Secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori della Squadra mobile della questura, infatti, il giovane nelle ore precedenti alla morte avrebbe assunto marijuana e metanfetamine. È sul ruolo di queste ultime che si appunta l’indagine.
C’è infatti il sospetto che il giovane abbia assunto una variante della “shaboo”, una droga “etnica” di origine filippina, generalmente sintetizzata dalla mafia cinese, dieci volte più potente della cocaina e dagli effetti devastanti. Ai consumatori abituali la “shaboo” arreca danni irreversibili al sistema neurologico provocando effetti devastanti anche al corpo: convulsioni, atteggiamenti violenti, totale mancanza di sonno, perdita di appetito, di denti e di capelli e per alcuni perfino la deformazione del viso.
È la “shaboo” la sostanza killer in circolazione a Rimini e sulla riviera romagnola? Le ipotesi investigative sono ancora da verificare, ma in attesa della conferma dal laboratorio d’analisi, i poliziotti stanno dando la caccia a chi ha ceduto erba e “pasticche” al ventiseienne.