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Dal 1° gennaio 2021 sono entrati in vigore i nuovi parametri di classificazione europea dello stato di inadempienza nei confronti degli istituti di credito, con soglie molto più basse per i cosidetti “cattivi pagatori”, come prevede il Regolamento Delegato (UE) n. 171/2018 della Commissione Europea del 19 ottobre 2017.

Sarà sufficiente, secondo la nuova normativa, registrare un arretrato nei confronti della banca per più di 90 giorni (che diventano 180 se il debito è garantito da immobili) e superiore all’1% dell’esposizione globale nei confronti del medesimo istituto di credito per trovarsi segnalati sulla Centrale Rischi della Banca d’Italia.

“Con questi nuovi parametri le possibilità di essere qualificati cattivi pagatori saranno molto alte per numerose aziende, soprattutto alla luce dell’attuale crisi economica generata dalle restrizioni per fronteggiare l’emergenza epidemiologica – spiega l’avvocato Enrico Sirotti Gaudenzi – Infatti Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, stima la chiusura di oltre 42mila piccole e medie imprese per le inevitabili conseguenze dell’avvenuta iscrizione in centrale rischi come cattivo pagatore (revoche di affidamenti, diniego di nuove linee di credito, ricorso a finanziamenti ‘illeciti’…”.

 
 
 
 

Numerosi rappresentanti delle associazioni di categoria hanno già ribadito come queste disposizioni non possano essere fatte valere nella particolare situazione economica e sociale che stiamo attraversando, in quanto si metterebbe a repentaglio la salute non solo delle banche, ma anche dell’economia generale.

“Entrando nel merito del nuovo regolamento è previsto che qualsiasi arretrato superiore a 500 euro, riguardante uno o più finanziamenti, che rappresenti oltre l’1% delle esposizioni totali verso la banca, preveda l’iscrizione in Centrale Rischi; per le persone fisiche, al contrario, la somma sarà ancora più esigua in quanto per queste è prevista la soglia di euro 100,00 con esposizioni inferiori al milione di euro – conclude l’avvocato Sirotti Gaudenzi – Oltre alle dolorose conseguenze per i soggetti destinatari di queste nuove regole, che vedranno interessare soprattutto le piccole e medie imprese, sarà inevitabile assistere a una nuova crescita dei crediti deteriorati per tutti gli istituti di credito; questi ultimi, a loro volta, dovranno adottare maggiore cautela nell’erogare i prestiti. Ciò comporterà senz’altro un grave danno all’economia del nostro Paese e l’aumento della stretta creditizia, principale freno di crescita di tutto il nostro tessuto produttivo”.

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