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Confcommercio cesenate alza la voce. ancora prima della conferma ufficiale del passaggio dell’Emilia Romagna in zona arancione. “Sin dall’inizio della pandemia – affermano i presidenti Fipe cesenati – il criterio legato alla definizione di restrizioni, sia di spostamenti che per le attività economiche, è stato sempre ancorato principalmente alla pressione ospedaliera legata ai reparti covid e di terapia intensiva. Per questa motivazione, fra la prima e la seconda ondata, si sono fatti investimenti importanti, e in particolare nella Regione Emilia-Romagna, per aumentare la capacità ricettiva e di servizio per i malati di covid. Nei successivi Dpcm sono stati individuati come parametri fondamentali di soglia d’allarme: il 30% di occupazione per le terapie intensive e il 40% di occupazione per i posti covid ospedalieri. Partendo da questi presupposti, si è anche definito che le scelte legate alle restrizioni tra i diversi livelli di colore dipendevano dall’impatto che l’apertura o la chiusura di certe attività economiche avevano sugli andamenti epidemiologici e dei ricoveri. E’ nota a tutti l’estrema complessità di analisi dei 21 parametri che vanno a determinare le scelte di inserire le varie Regioni in una zona di un colore piuttosto che di un altro”.

 
 
 
 

“La sostanziale differenza fra la zona gialla e la zona arancione – proseguono i presidenti – è data dall’impossibilità di muoversi fra Comuni e dalla chiusura imposta ai pubblici esercizi. Ebbene lunedì primo  febbraio 2021: per l’Emilia-Romagna primo giorno di passaggio in zona gialla dopo un periodo in zona arancione, i dati ufficiali fonte Agens davano 207 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 27%), 2181 posti occupati in reparti covid su 6126 (pari al 36%). A quasi tre settimane di zona gialla e di apertura dei pubblici esercizi, i dati al 18 febbraio 2021 sono i seguenti: 181 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 24%) – 1890 posti occupati in reparti covid su 6126 (pari al 31%)* Dopo quasi tre settimane di riapertura dei pubblici esercizi sono sensibilmente calati sia i posti occupati in terapia intensiva sia quelli in reparti Covid. Sulla base di questi dati, ci spiegate perché a Cesena e in Emilia Romagna dovremmo andare in zona arancione? Noi non lo abbiamo capito”.

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Alessandro Mazza

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