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Troppo impopolare quella norma per resistere ancora a lungo. E così ieri, dalla Camera, è arrivata la scontatissima fumata bianca sul coprifuoco. A metà maggio ci sarà un ‘tagliando’ sui limiti imposti dal decreto riaperture in base all’andamento di contagi e campagna vaccinale: se i numeri saranno favorevoli potrebbe saltare il ‘tutti a casa’ entro le 22.

L’obiettivo era quello di disinnescare in anticipo il testo presentato da FdI che invece impegnava il Governo “a disporre, nei provvedimenti di prossima emanazione, l’abolizione del coprifuoco”.

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Il lungo lavoro di mediazione condotto dal ministro Federico D’Incà ha portato così il risultato. La maggioranza, si legge nel documento condiviso dalle forze che la compongono, impegna il Governo a valutare a maggio, “sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, l’aggiornamento delle decisioni prese” con l’ultimo decreto sulle aperture, “anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento”, ovvero l’orario del coprifuoco. L’ordine del giorno è stato scritto pesando attentamente i termini per tenere dentro sia gli aperturisti che i rigoristi della maggioranza, ma sembra scontato che, a metà maggio, il coprifuoco verrà perlomeno spostato fino alle 24 e, nelle settimane successive, definitivamente cancellato.

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