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Otto giovani su dieci con background migratorio (cioè italiani di “seconda generazione” e stranieri non immigrati) pensano che l’Italia sia un Paese razzista e nove su dieci affermano di aver subito o di essersi sentite vittime di violenza o bullismo.

È quanto emerge da un’indagine svolta da Ires e Cgil Emilia-Romagna, presentata ieri mattina alla Camera del lavoro di Bologna.

L’approfondimento ha coinvolto 642 persone abitanti in Emilia-Romagna (un terzo under 18, un terzo tra i 18 e i 25 anni e un terzo over 25), con focus su identità, lavoro e sindacato, studio, casa e salute, tempo libero, discriminazioni.

Proprio sotto quest’ultimo aspetto, è emerso che l’88% ha affermato di aver subito o di essersi sentito vittima di violenza o bullismo, principalmente per il Paese d’origine, il nome e cognome e il colore della pelle. L’81,6% dei rispondenti, inoltre, pensa che l’Italia sia un Paese razzista e che la cittadinanza non basti per essere o sentirsi italiani.

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“Trattare il tema migratorio è sempre più urgente nella nostra società – rileva Isabella Pavolucci, segretaria regionale della Cgil con delega all’immigrazione – e bisogna stare attenti alle semplificazioni dei media che utilizzano categorie sbagliate e non veritiere quando parlano di immigrati o di figli di immigrati”.

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