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Una tegola per le amministrazioni locali, una vittoria per le compagnie petrolifere. Nell’ultima versione del decreto del Governo è spuntato anche lo stop alle tasse immobiliari sulle trivelle, al centro in questi anni di battaglie legali fra i Comuni costieri (tra i quali anche Cesenatico) e le società proprietarie delle 119 piattaforme petrolifere censite nel mare italiano. Una manovra che vale centinaia di milioni di euro e che salva le piattaforme petrolifere dal rischio di vedersi presentare dai Comuni maxi-conti su Ici, Imu e Tasi arretrate.

Arretrati sì. E questo è il problema. Oggi infatti le trivelle sono esenti dall’Imu come i macchinari «imbullonati», ma in passato non era così e l’arretrato è costoso. La questione – lo ricordiamo – è arrivata sui tavoli della Cassazione, che a febbraio del 2016 (sentenza 3618) aveva dato ragione al Comune di Pineto (Teramo) nella sua richiesta a Eni di versare 33 milioni di Ici arretrata, relativa al 1993-98, interessi e sanzioni. Le trivelle, aveva sentenziato la Corte, andavano iscritte in Catasto, e colpite dall’imposta. Ma ora rispunta la norma che, essendo interpretativa, si applica al passato: niente iscrizione in Catasto, niente rendita, niente Ici, Imu e Tasi.

E forse ecco spiegato il ritiro del ricorso da parte di Eni al Comune di Cesenatico (clicca qui per leggere l’articolo).

«È stato un fulmine a ciel sereno. Pensavamo fosse uno scherzo, ma non è il 1° aprile – questo il commento del sindaco Matteo Gozzoli sull’ultima manovra del Governo – Non sappiamo ancora se vogliono indietro tutto, se non ci saldano l’ultima rata o altro. Sta di fatto che se il decreto diventasse legge c’è l’alto rischio di tornare alla situazione di un anno fa. Sarebbe già buona cosa non dover riconsegnare i sei milioni saldati. Ci confronteremo con il sindaco di Ravenna che deve gestire una partita da 40 milioni; inoltre siamo in contatto con l’Anci che ci supporta e con l’onorevole Enzo Lattuca. Siamo completamente sorpresi da questa cosa e siamo molto molto preoccupati. Scriverò anche al presidente del consiglio. A breve dovremmo approvare il rendiconto e siamo in difficoltà».

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