A cura di Mario Pugliese e Alessandro Mazza
In questa intervista, il presidente della coop Bagnini di Cesenatico fa il punto della situazione del settore più legato alle spiagge della città. Uno sguardo sul presente, ma obiettivo puntato sul futuro; su entrambi pesa come una burrasca in piena estate la normativa europea. Ecco come e perché.
Come è il panorama del settore balneare oggi?
“Sono anni in cui investire e vendere non è possibile perché non ci sono certezze. Ciò ha portato a una stagnazione in tutti i sensi. È un fattore molto dannoso perché il passaggio di mano nelle gestioni degli stabilimenti porta a forze nuove che ora non ci sono”.
Quanti stabilimenti sono stati venduti nell’ultimo anno?
“Ne è stato venduto uno solo a Zadina. Per il resto ce ne sono molti potenzialmente in vendita”.
In che senso?
“Tutti coloro che in gergo “sono arrivati” dovrebbero cedere ciò che è loro: muri e avviamento. Speriamo che con la nuova legge partano investimenti e di conseguenza forze nuove si affaccino sul mercato”.
Come vede la situazione in un arco di cinque anni?
“Se la norma viene consolidata vedo aziende che investiranno perché c’è voglia di investire. Non è che con l’esproprio e cedendo le nostre aziende alle multinazionali si fa nuovo turismo. Anzi, si snatura solo quello che esiste sostituendo alle piccole aziende, grandi aziende senza che si sappia da dove arrivano i capitali e dove vanno a finire”.
La ricetta contro la stagnazione?
“Spero in una evoluzione positiva con piccole aziende che collaborano tra loro e che conservino il modello emiliano romagnolo che funziona molto bene quindi con una spiaggia a ingresso libero senza obbligo di consumazione. Il settore va migliorato con investimenti e spero che si inneschi un meccanismo virtuoso”.