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I prezzi, da qualche mese, sono calati drasticamente. Segno inconfutabile che, a Cesenatico, ormai c’è più marijuana che sabbia. La classica “canna” – ovvero 0,5 grammi di stupefacente – costa meno di uno Spritz. E il rito dello spinello, da sempre considerato l’anticamera della “droga pesante”, è ormai diventato una banale consuetudine tra i giovanissimi della città.

Paradossalmente, tra le altalene dei giardini al mare, si fuma più hashish che tabacco. Perché l’asticella della trasgressione, in questi anni, si è alzata sensibilmente sdoganando vizi che, fino a ieri, almeno tra i giovanissimi, rappresentavano tabù invalicabili.

Con l’aumento vertiginoso della domanda è cresciuto anche il numero degli spacciatori, ma toglietevi dalla testa l’immagine iconografica del pusher magrebino: chi vende la “maria” oggi a Cesenatico sono soprattutto gli adolescenti del posto. Ragazzi di “buona famiglia”, faciloni ed annoiati, a caccia di soldi per comprarsi, al mercato del Reseller, la cintura di Gucci o le scarpe di Alexander McQueen.

Anche in città le segnalazioni alla Prefettura per detenzione di droga sono aumentate a dismisura, ma se sei minorenne, al di là di una sonora sgridata dai genitori, non rischi nulla. Perché, per la “modica quantità”, i protocolli non prevedono alcun intervento. C’è la schedatura ad interim sui terminali delle forze dell’ordine, ma nei fatti nessun percorso riabilitativo. E i giovanissimi l’hanno capito.

Organizzati in vere e proprie bande, i baby-pusher spacciano perlopiù ad amici e conoscenti. Lo smercio, del resto, è diventato un gioco da ragazzi: bastano due emoticon in direct – la messaggeria di instagram – e la filiera dello spinello si mette in moto. Ci si ritrova dietro la ruota panoramica di piazza Costa o tra le panchine dei giardini al mare: se c’è troppa gente si simula un abbraccio affettuoso e ci si scambia soldi e fumo come una volta le figurine Panini.

La droga scorre a fiumi nella spiaggia by-night, ma l’epicentro dello spaccio resta la frazione di Ponente, la “terra di nessuno” che l’ignavia della politica locale ha ormai tramutato in un ingovernabile polo dello sballo. Qui, nei pressi delle colonie diroccate, ci si può rifornire dai grossisti locali, gente insospettabile che arrotonda lo stipendio vendendo merda ai ragazzini. A volte sono l’ultimo anello di filiere criminali più strutturate, più spesso sono loro stessi a produrre l’erba.

Del resto, grazie alle falle di una legge demenziale, il commercio di semi di cannabis (costo 4-5 euro caduno) è assolutamente legale. Vicino al grattacielo si vendono semi geneticamente perfetti: sono “femminilizzati” (il maschio non si fuma), auto-fiorenti (cioè non sono foto-dipendenti), hanno tempi ridotti di maturazione, sono coltivabili a qualsiasi temperatura e hanno un genoma modificato che assicura un’elevata percentuale di THC (fino al 20%), il principio attivo psicotico della cannabis. Basta acquistare il kit del perfetto “narcos” (le lampade alogene, il concime per accelerare la crescita e gli anti-parassitari per prevenire le patologie) ed ecco che un normale cittadino, con un modesto investimento di 100 euro, può trasformarsi in un piccolo Escobar.

A loro si rivolgono i pusher locali, quasi tutti minorenni, per fare scorta di fumo: del resto, 250 euro di stupefacente, debitamente “rullato”, garantiscono nella vendita al dettaglio un guadagno netto di circa 500 euro. C’è chi spaccia in maniera seriale e chi, invece, si accontenta di tirar su 20 euro a settimana per il tavolo in disco. Fare due soldi con la droga è diventato un gioco da ragazzi. Basta un po’ di intraprendenza e ti metti in tasca, senza sforzi, lo stesso stipendio mensile degli stagisti di Atlantica.

Oggi come ieri, il complice più prezioso degli spacciatori è l’indifferenza o, ancor peggio, la tolleranza. “E’ solo uno spinello, che male c’è?”. E invece, secondo il risultato di un recente studio condotto da un’equipe di ricercatori dell’Università del Vermont, negli Usa, bastano uno o due spinelli per alterare la struttura del cervello di un adolescente. La ricerca, infatti, suggerisce che nei giovanissimi anche una breve esposizione alla marijuana può avere effetto sulle zone cerebrali determinanti per la memoria e per la gestione delle emozioni. In soldoni, l’assunzione anche occasionale di spinelli nei giovani potrebbe predisporre a deficit emotivi e cognitivi, anche a lungo termine. Per questo, forse, il fenomeno dovrebbe essere monitorato e affrontato con maggior serietà. A tutti i livelli.

3 Comments

  • Muso ha detto:

    Sorvolo sull articolo pieno di inesatezze e luoghicomuni, ma 5 grammi per uno spinello non si puo leggere e denota zero conoscenza in merito. Mediamente una canna contiene circa 0,2-0,4 gr di sostanza stupefacente.

  • L. ha detto:

    Se ti bevi 2 birre da 66 hai già fatto peggio di una canna.
    Il peggio che può succederti se ti spacchi di canne é una sonora dormita. Non si rischia nemmeno l’overdose: bisognerebbe fumare quasi 3 chili di maria per raggiungerla.
    Tutte ste pippe le fanno le persone che non sanno cos’é.

  • Phantom ha detto:

    Ma siamo capitati su Feudal Cesenatico?

    Con la poca gente che c’è quest’anno quello delle canne e’ davvero l’ultimo dei problemi…bah…

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