fbpx
News

Abusivismo: ecco tutte le azioni per combatterlo

By 16 Luglio 2014 No Comments

Abusivismo commerciale a Cesenatico? Sì e no. Se infatti è quasi impossibile trovare in città merce con marchi contraffatti dall’altra parte esistono ancora gli abusivi della spiaggia che mettono in vendita prodotti di bassa qualità in modo illegale. “Cesenatico viene considerata dagli abusivi una piazza pericolosa, dove cioè esistono controlli del territorio e dove quindi vendere in modo illegale è rischioso. Pena: sequestri e multe”. Sono queste le parole del Comandante della Polizia Municipale comandante alessandro scarpellinidi Cesenatico, Alessandro Scarpellini.

Come agite sul territorio per debellare l’abusivismo commerciale?
“L’abusivismo commerciale non si debellerà completamente, si può infatti contenere e controllare. Il fenomeno va visto sotto diversi punti di vista, in una prospettiva articolata. Intanto esisterà sempre finché c’è la domanda e posso assicurare che esiste eccome. Inoltre l’abusivismo non deve essere considerato solo un fenomeno commerciale, ma di sicurezza e ordine pubblico, infatti questo fenomeno contiene al suo interno diversi segnali criminali”.

Quali sono questi segnali?
“In questo fenomeno non c’è nulla di spontaneo e genuino. Esistono uomini e donne che vengono reclutati, distribuiti sul territorio e gestiti nell’ambito di un’organizzazione criminale. Per intenderci, il grosso dei proventi della vendita, non finisce nelle tasche dei venditori che troviamo sul territorio, che sono l’ultimo anello della catena, ma finiscono alle organizzazioni che gestiscono il business illegale. Inoltre esiste l’estorsione tra queste organizzazioni che si contendono il territorio. Infine la presenza di venditori abusivi è un segnale di degrado perché significa che in quella determinata area il controllo ha bassi livelli e quindi la criminalità si organizzerà per potersi insediare”.

In quale modo quindi le organizzazioni criminali scelgono dove colpire?
“L’area è scelta in base ai benefici e ai pericoli. Se un territorio manda un segnale di incuria e abbandono, il criminale è portato ad agire perché in quel territorio ci saranno meno controlli e quindi meno risorse da impiegare sul territorio”.

Quindi un fenomeno complesso che deve avere una risposta altrettanto complessa…
“Assolutamente sì. Se ci si limita a rastrellare la spiaggia con sequestri e identificazioni, si perde da subito. Si deve agire su tutti gli aspetti che riguardano questo fenomeno. Partendo ad esempio dalla domanda, in questo caso è indispensabile una forte azione comunicativa ed è quindi necessario relazionarsi con chi ti può aiutare in questa guerra. In questo caso penso agli albergatori, ai ristoratori e ai bagnini, cioè a coloro che hanno un rapporto diretto con la domanda. Inoltre da considerare c’è anche un aspetto militare, cioè il territorio lo dobbiamo andare a conquistare con tattiche ragionate. Ecco perché gli agenti della Polizia Municipale sono in spiaggia già da maggio, in questo modo facciamo vedere la nostra presenza sul ‘nostro’ territorio. Non dobbiamo dimenticare che le organizzazioni hanno una capacità di lettura del territorio molto oculata, devono scegliere la zona giusta per incorrere in meno rischi possibili. Insomma molto guadagno e pochi costi in seguito a sequestri e sanzioni”.

Oggi Cesenatico è quindi considerata un territorio ostile per queste organizzazioni criminali?
“Fino a ieri sì, oggi iniziano a tastare il territorio, ad affacciarsi per capire se il rischio è ancora alto. Di certo non esistono più i catering di cibo e bevande per gli abusivi, i venditori di cocco si sono ridimensionati, mentre il contraffatto a Cesenatico non esiste più e quindi esistono pochi venditori abusivi senegalesi (commercianti per antonomasia del tarocco, ndr.). Sul contraffatto ad esempio abbiamo lavorato nelle retrovie, con azioni investigative mirate e sequestri di magazzini e dormitori, senza dimenticare le sanzioni per gli affitti delle cabine in spiaggia, oggi a Cesenatico questo aspetto non esiste più. Questo è stato e deve continuare ad essere un segnale forte che dobbiamo dare. In sintesi: se vieni a Cesenatico, attenzione perché poi ti trovi la polizia in casa”.

In alcuni Comuni limitrofi spiegano il ridimensionamento dell’abusivismo a Cesenatico con una particolare conformazione del territorio. Vi ha aiutato questo aspetto?
“Ogni territorio ha la sua conformazione con i propri ostacoli, c’è chi ha la pineta, noi abbiamo i palazzi e i garage nella zona retrostante la spiaggia. Credo quindi che a Cesenatico si possa invece parlare di un sistema che funziona con tutte le forze messe in campo: dalla Regione che ci ha comprato i mezzi, al Comune che ha predisposto concorsi per reclutare personale con caratteristiche ad hoc, la Prefettura che vede l’abusivismo commerciale come una priorità da contrastare, senza dimenticare le associazioni di categoria e gli organi di informazione”.

Quando a Cesenatico si è deciso che era arrivato il momento di agire con determinazione?
“Tutto è nato da una tragedia. A Villamaria alla fine degli anni ’90, in spiaggia, furono uccisi due minorenni a coltellate durante la contesa del territorio. Da quel momento la questione è mutata, poi sono arrivati i primi risultati e oggi quando andiamo in spiaggia i turisti ci indicano da che parte scappano gli abusivi. Non stanno più dalla loro parte. Questo significa che siamo riusciti a cambiare l’opinione delle persone. Ma tutti dobbiamo essere consapevoli che questo risultato non ce l’avremo per l’eternità. Ho percepito qualche segnale che contiene alcuni rischi e di certo le risorse umane in meno e le nuove leggi sull’immigrazione non ci aiutano”.

La crisi economica ha aumentato la domande di questo mercato?
“No, chi comprava prima merce di bassa qualità, continua anche con la crisi. Credo invece che la crisi abbia influito sull’offerta. Tante persone sono senza lavoro e provano anche questa strada”.

Com’è cambiata negli anni l’offerta dei prodotti abusivi?
“Ad esempio non esistono più dvd e cd, mentre continua il mercato dei braccialetti e dell’abbigliamento. Sono invece aumentati gli hobbisti”.

Quali sono le nazionalità degli abusivi?
“In primis arrivano dal Bangladesh, si tratta di persone che hanno residenza in altre zone d’Italia e in estate vengono in riviera e spesso non alloggiano a Cesenatico, arrivano qui con i mezzi pubblici. Poi ci sono i maghrebini, che commerciano soprattutto abbigliamento e sono organizzati in modo familiare, infine stanno tornando le donne senegalesi per proporre treccine sotto l’ombrellone”.

Quindi gli abusivi non dormono nelle colonie abbandonate presenti in città?
“Lo escludo, sistematicamente e durante tutto l’anno andiamo ad eseguire controlli con i carabinieri, mentre nella stagione estiva si aggiunge il Posto di Polizia e gli abusivi non ci sono. Troviamo invece alcuni senza tetto”.

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply