L’attività del personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Cesenatico continua a tutela della sicurezza, in mare, in spiaggia, ma anche a tavola.
Proprio nei giorni scorsi nell’ambito delle attività di controllo lungo la filiera della pesca, che rientra fra i compiti d’istituto del Corpo delle Capitanerie di Porto, e che viene condotta con regolarità durante l’intero anno solare, sono state rilevate e sanzionate, diverse irregolarità.
I controlli, in attesa dell’inizio del fermo tecnico della pesca a strascico e volante, sono stati concentrati soprattutto in ambito portuale, con appostamenti, anche di personale in borghese, al momento dello sbarco del prodotto ittico. In tale contesto, a seguito di osservazioni e raccolta di informazioni condotte per diversi giorni, è stato colto in flagrante un commerciante orientale che trasportava il prodotto prelevato dalle barche di Cesenatico, e destinato alla vendita nel bolognese, in assenza della prevista autorizzazione al trasporto. La sanzione applicata è di mille euro.
Controlli accurati sono stati effettuati nei vari ristoranti della città di Cesenatico, e tale attività ha portato alla sanzione di 2mila euro ad un ristoratore che deteneva prodotto ittico ben oltre la data di scadenza, e senza il rispetto delle procedure di conservazione previste dal proprio manuale di autocontrollo, approvato secondo i dettami dell’Autorità Sanitaria. In tal caso oltre alla sanzione si è proceduto anche al sequestrato del prodotto.
Le attività, condotte a tutela del consumatore, divengono di fondamentale importanza in periodi come quello balneare dove gli aumenti di presenze, e il conseguente aumento di fabbisogno di prodotto ittico, potrebbe favorire la presenza di prodotto non conforme sulle nostre tavole: “sotto tale profilo – assicura il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo, Stefano Luciani – – i controlli saranno condotti con regolarità durante l’intera stagione, anche durante il fermo pesca, affinché i tanti operatori onesti e professionali del rinomato mondo della cucina romagnola (che restano la stragrande maggioranza), non rischino di vedere offuscata la propria immagine a causa di pochi e isolati casi di mancato rispetto delle norme sanitarie e di tracciabilità del prodotto ittico”.