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Incontro con i profughi. Tra provocazioni e cadute di stile

By 16 Ottobre 2014 3 Comments

Una serata con alcuni fuori programma degni di uno spettacolo di cabaret. Di serie B. Così si potrebbe riassumere l’incontro che alcuni cittadini, insieme all’associazione Rumori Sinistri, hanno organizzato per presentare i 40 profughi arrivati in città e ospitati all’hotel Sintini.

Una serata dove i contributi che non hanno tradito sono stati proprio quelli dei cittadini, della cooperativa Cad che ha spiegato l’iter del bando di concorso predisposto dalla Prefettura e dell’associazione Rumori Sinistri che ha puntato il suo intervento sui dati dell’immigrazione e della emigrazioni in Italia, dove questi ultimi stanno superando i primi.

I fuori programma? In primis l’assenza del sindaco Roberto Buda, invitato dagli organizzatori e assente per un “impegno istituzionale”, ma non sostituito da un altro membro della Giunta. Unico rappresentante della maggioranza il consigliere UdC, Renzo Baredi, che nel suo intervento ha spiegato: “Per combattere il razzismo, dobbiamo essere profondamente razzisti” (?), suscitando – come ci si poteva aspettare – una insurrezione da parte del pubblico.

Davide Fabbri, detto il Vikingo

Davide Fabbri, detto il Vikingo

Ma prima ancora dell’intervento di Baredi ci ha pensato Davide Fabbri, detto il Vikingo, che spesso si fregia di essere il pronipote del Duce, a scaldare la platea: “Noi non ce l’abbiamo con questi ragazzi, noi ce l’abbiamo con l’operazione Mare Nostrum e con tutti coloro che sfruttano i lavoratori”. E proprio il Vikingo è stato interrotto da un cittadino: “Questi comizi falli a Predappio sulla tomba del Duce”. Un comizio? Meglio uno show con tanto di pacche sulle spalle, baci e abbracci ai quaranta profughi che assistevano al siparietto non capendo esattamente cosa stesse succedendo.

Ma non è finita qua la provocazione, infatti proprio un amico del Vikingo si era sistemato tra i quaranta ragazzi e dopo pochi minuti ha chiesto la parola: “Io sono nero non lo vedete??? Non è possibile che in una serata in cui si vogliono creare città solidali i profughi sono seduti tutti da una parte della platea e dall’altra parte ci sono i bianchi….”. Gli organizzatori insorgono: “Non ci fermiamo alle formalità e alle sottigliezze, i ragazzi si conoscono e si sono seduti tutti vicini, dov’è il problema?”.

Le storie dei profughi. Un comune denominatore nelle tre storie raccontate da due ragazzi senegalesi e un giovane del Bangladesh è quello di essere fuggiti dal proprio paese di origine, avere scelto la Libia perchè offriva lavoro ed essersi poi imbattuti nella tragedia della guerra. Quindi la traversata sulle barche di fortuna e l’arrivo in Italia. Toccante la storia di un giovane senegalese costretto a fuggire dal Senegal dopo avere deciso di convertirsi alla religione non praticata dalla sua famiglia. Quindi le minacce di morte da parte del padre e la decisione di scappare “per difendere la mia vita”.

Il giovane senegalese racconta la sua storia

Il giovane senegalese racconta la sua storia

I progetti della cooperativa Cad. “Stiamo assistendo i ragazzi anche in tutte le pratiche burocratiche – spiega la responsabile Anna Nanni – Si tratta infatti di ragazzi che sono liberi di girare per la città e questo per noi è fondamentale, in questo modo possono stringere rapporti con la città ed integrarsi. Il grande problema da affrontare è quello dell’assicurazione, inoltre stiamo organizzando con loro corsi in piccoli gruppi, a seconda delle loro passioni e del passato lavorativo che hanno, per capire quale potrà essere il futuro per coloro che vorranno rimanere in Italia. Inoltre i ragazzi sono impegnati nelle pulizie dell’hotel e frequentano corsi di italiano. Al momento abbiamo bisogno di scarpe, per questo tutti coloro che vorranno aiutarci possono venire in albergo e aiutare come possono questa nuova realtà per Cesenatico”.

Ancora infatti non c’è stata una conferma da parte della Prefettura, ma con ogni probabilità i 40 profughi rimarranno a Cesenatico fino ad aprile 2015.

I gestori dell’hotel Sintini. “In queste settimane sono successi atti vandalici, telefonate minacciose e solo quando vado a comprare le sigarette partono gli insulti – spiegano due dei quattro gestori – Ma la cosa che più di altre ci ha rammaricato è stato il comportamento degli albergatori di Cesenatico. Noi siamo imprenditori e come tali lavoriamo, l’estate non è andata molto bene e questa occasione che ci è capitata, da imprenditori, l’abbiamo valutata e poi accettata”.

In platea. Diversi i volti noti in platea dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Alberto Papperini, al consigliere comunale Pd, Mario Drudi, e ancora Davide Fabbri del Movimento Cesena SìAmo Noi, a diversi membri provinciali e regionali di Rifondazione Comunista.

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

3 Comments

  • Alessandro Mazza ha detto:

    Ma Renzo “Superquark” Baredi sa di essere un consigliere comunale quindi un rappresentante di quelle istituzioni che si fondano sulla Costituzione? Un documento fondante il nostro stato, per cui tanti sono morti e che in tanti hanno cercato di scalfire e che guarda caso all’articono tre sancisce l’uguaglianza dei cittadini? Bocciato.

  • Angela Briniangbrin ha detto:

    Ieri sera all’Assemblea alla quale erano stati invitati tutti cittadini, nella Chiesa di Boschetto, non c’erano le persone che sono contrarie al fatto che Cesenatico ospiti i migranti. E’ stato comunque un incontro molto interessante e produttivo: varie persone hanno preso contatto con la Cooperativa che gestisce il progetto e si sono messe “a disposizione” per dare una mano. E’ stata fatta chiarezza sul progetto accoglienza. E’ stato emozionante ascoltare i racconti di alcuni ragazzi che hanno voluto condividere con noi la loro dura esperienza. Quello che mi dispiace è che i ragazzi hanno una gran voglia di lavorare gratuitamente anche per ricambiare quello che stanno ricevendo, che per loro è tanto, ma la burocrazia e non so cos’altro non lo permette.

  • mattia ha detto:

    Il discorso sul razzismo di Baredi mi ha fatto venire la pelle d’oca

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