“La direttiva europea Bolkestein impone la svendita delle spiagge, del turismo e del nostro futuro. Siamo contro la direttiva Bolkestein. Noi non ci stiamo”. Per questo motivo, il Movimento 5 Stelle regionale sta organizzando (data da definirsi entro le prossime elezioni regionali che si terranno il 23 novembre) a Cesenatico una convention per discutere sul futuro del turismo, alla quale parteciperanno parlamentari, parlamentari europei e candidati alla Regione Emilia Romagna per il Movimento 5 Stelle.
“Il turismo è l’asse portante dell’economia di tutta la Romagna e in particolare di Cesenatico. Per fare turismo ci vogliono idee, ospitalità, qualità e investimenti – spiega il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Alberto Papperini – Per incentivare investimenti di qualità i nostri imprenditori e le imprese familiari hanno bisogno di garanzie sul futuro del sistema turistico-produttivo. Ormai da anni questa sicurezza è stata messa a rischio. Nello specifico il turismo balneare è in condizioni di forte incertezza a causa dell’ormai conosciuta Bolkestein”.
“Questa direttiva europea è stata concepita con presupposti del tutto insensati per diversi motivi:
– Il patrimonio italiano ha iniziato una lenta ma inesorabile svendita a favore delle grandi banche e multinazionali europee. Tutto questo è stato motivato dai nostri Presidenti del Consiglio (prima Monti, poi Letta e ora Renzi) con frasi tipo: ‘dobbiamo ripagare i nostri debiti all’Europa e quindi siamo costretti a fare sacrifici’ (meglio tradotto: svendere il patrimonio pubblico e aumentare le tasse). Le più grandi aziende e marchi storici sono ormai stati venduti all’estero: agroalimentare, moda, automobilismo e moto, energia e servizi, acqua, gas e ora si parla pure di arte e per finire di spiagge. Infatti il ragionamento con cui è stata concepita la normativa Bolkestein è proprio questo: vogliono svendere le nostre spiagge e darle in mano ai poteri forti europei.
– Non è stata minimamente considerata la particolarità del nostro turismo, legata ad una gestione familiare e ad un indotto che garantisce lavoro anche a numerose realtà artigianali e agroalimentari dell’entroterra. Sarebbe un disastro socio-economico se dall’oggi al domani questo patrimonio venisse sottratto.
– Non sono stati considerati minimamente gli investimenti degli imprenditi balneari (alcuni di loro hanno comprato stabilimenti balneari da pochi anni), ai quali non viene garantito alcun rientro.
– Il palese atteggiamento di indifferenza che la classe politica italiana ha manifestato in questi anni sulla questione Bolkestein, dimostra come questo disinteresse non è dovuto alla situazione di impossibilità di agire ‘perché l’Europa ce lo impone’, ma bensì dal tacito accordo tra politica, lobby e corporazioni internazionali che vogliono prendersi il nostro turismo.
Siamo contro la direttiva Bolkestein per questi motivi. La nostra linea è sempre stata chiara: proponiamo un turismo a Km 0 legato alle realtà locali, che possano fare sinergia tra mare e terra. Vogliamo difendere il lavoro balneare e allo steso tempo evitare la speculazione sulle nostre spiagge e sul nostro turismo. Vogliamo un turismo sano, più vicino alla gente, alle famiglie, ai giovani, agli sportivi, all’ambiente e più distante dalle speculazioni immobiliari e bancarie. Le spiagge e il mare sono il nostro oro e per questo motivo dobbiamo fare di tutto per salvaguardarle e difenderle. Non possiamo permettere che 4 banchieri, politicanti e affaristi ci impongano la svendita del nostro patrimonio, del nostro lavoro, del nostro futuro”.