
Non solo hanno restaurato questo presidio difensivo, ma lo hanno arredato con materiali originali dell’epoca per conferirgli un aspetto del tutto realistico e fedele. “Questo bunker è per quattro persone – ha spiegato Valter – due si riposavano nelle brandine mentre altri due stavano di guardia. In origine il bunker era nascosto sotto una duna di sabbia e era collegato con gli altri quattro presenti nelle vicinanze con dei tunnel. Nello specifico quello restaurato controllata la zona della darsena e l’imboccatura del porto. Ce ne sono altri che potrebbero essere restaurati almeno nella parte esterna come ad esempio quello vicino alle elementari Caboto, quello accanto al bagno Pasquina e quello al Parco di Levante”.
Per il restauro è stato fondamentale il contributo di alcuni sponsor oltre al centro ricerche marine che ha concesso le autorizzazioni. Si tratta di: Sama Falegnameria, Spada e Gardini, ditta Morigi, Colorificio Casabianca, Color Decor.
foto Alessandro Mazza


