
Bronx ponente, un marchio di fabbrica simpatico coniato proprio da Tribu, ha una casa. E’ l’ex colonia Santarcangiolese che ha trovato nella “Santa” la sua seconda vocazione. “L’arte – spiega Tribu – è un pò un cavallo di troia moderno che può essere usato per far breccia e introdurre rigenerazione urbana. Bronx ponente – racconta – è uno pseudonimo che utilizzo dal 2009; è un tarlo mentale, una forma d’arte; é l’utilizzo e il riutilizzo di materiali e spazi abbandonati che ha partorito “La Santa Bronx Ponente”, una casa”.
Bisogna ammetterlo, vuoi per il luogo, vuoi per la gioia di Tribu che somiglia tantissimo a quella dei bambini davanti al regalo dei sogni, la Santa è un luogo affascinante di puro underground. La colonia è di proprietà di un privato che l’ha concessa affinché non fosse occupata abusivamente e fosse vissuta e, come in questo caso riempita, con arte, eventi, ma anche rampe per skate che trovano il giusto spazio in tutta un’ala del piano terra.
Ma questa è solo una piccola fetta del progetto che al proprio interno sta sperimentando anche un piccolo cinema monoposto ricavato dalla “customizzazione” di un confessionale pronto per il macero e che ha già all’attivo la prima visione di una pellicola all’aperto.
La colonia conserva molto dello stile originario, quindi è in un simil-abbandono-controllato che, secondo quanto raccontato da Tribu, serve anche per ricordare a chi la vive come era prima dell’insediamento. Al primo piano l’arte è di casa; in quelle stanze enormi, e a tratti labirintiche, l’arte resuscita (sottoforma di immagini, installazioni…) gli spazi e come un brivido caldo e rassicurante porta colore in ogni mattonella e muro. Anche nei cessi. Le modalità espositive sono delle più creative e interessanti.
“Quante volte – spiega Tribu – vai a delle mostre insignificanti vuoi per l’incapacità di chi ospita vuoi per questioni di amicizia tra le parti. Il risultato è che restano esclusi artisti che invece qui possono essere riconosciuti per il proprio lavoro e trovare uno spazio”. La Santa è “operativa” da poco più di un anno, all’attivo ha mostre, proiezioni, occasioni d’incontro e più e più pomeriggi su e giù per le rampe del piano terra. Nell’era dei social network e del diluvio informatico, le attività che si propagano dalla Santa sfruttano soprattutto il passaparola, quasi come un “Fight club” senza pugni e maniaci.
In autunno ha visto la luce “First floor“, lo spazio espositivo della colonia che ha inaugurato con la mostra fotografica di Cixini (il Man) & Robino. Poi sono arrivati Rospo & Tribu con le proprie istallazioni artistiche. A settembre c’è stata anche la tre giorni “Freeme” piccola sagra dello scatto libero con l’aggiunta di concerti, bbq e falò. “Per il futuro? Proiezioni, mostre, skate e R’n’R! Bronx ponente si nutre del quartiere, l’underground surfistico radicato è lo spirito che ha fatto nascere la Santa mentre i racconti di luoghi esotici si ricorrono, le nuove leve consumano la Mini (la rampa del piano terra) con i loro skate”.
#SIAMOALTOP quando scatta la domanda inevitabile: “Ma quanto è costato sistemare tutto? “Tanta buona volontà” risponde Tribu che incalzato sul versante monetario è chiaro e netto: “Zero euro: le assi di legno sono tutto materiale di recupero e le braccia che hanno sistemato sono mie e di amici che ringrazio: Nik, Rider, Cixini, Robino, Cecc,




