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Coca in riviera, sgominata la banda della Lancia Y bianca

By 17 Marzo 2015 No Comments

carabinieriIl fenomeno criminale albanese sul litorale romagnolo ha la prerogativa di essere ben radicato, organizzato ed indirizzato principalmente sul traffico illecito di sostanze stupefacenti. L’operazione del dipendente Nucleo Operativo dei Carabinieri di Cesenatico, che ha condotto all’arresto di 5 persone su ordinanza di custodia cautelare in carcere e alla sottoposizione all’obbligo di presentazione all’autorità di una donna, si è fondata in questa specifica ambientazione nella quale operano, spartendosi il territorio, diversi gruppi criminali.

Le complesse attività investigative attuate dai carabinieri hanno raggiunto la finalità di sradicare un importante sodalizio la cui condotta era finalizzata ad importare partite di “polvere bianca” e di gestirne lo smercio nella fascia costiera compresa tra Bellaria Igea Marina, Milano Marittima ed altri centri della provincia di Forlì – Cesena. In concerto coi fornitori, operavano altri soggetti d’origine albanese, spacciatori dettaglianti, che erano puntualmente riforniti di droga dagli elementi apicali del sodalizio, assicurando la continuità dell’illecito commercio e la sua espansione territoriale.

A partire dal mese di ottobre del 2013, i carabinieri di Cesenatico, al fine di contrastare tale fenomeno, hanno iniziato un’articolata attività investigativa inizialmente sul conto di due soggetti di nazionalità albanese sospettati di essere dediti allo spaccio al dettaglio di sostanza stupefacente: cocaina. Uno di questi, identificato in Nika Fatmir di 35 anni, già noto alle forze dell’ordine e senza lavoro, era domiciliato in un residence di Gatteo a Mare, mentre il secondo, anch’egli disoccupato, era domiciliato in un’analoga struttura ricettiva di Viserba, identificato in Gjalma Ervin di 29 anni. Sin dalle prime fasi delle indagini i militari impegnati nelle attività investigative constatavano che i predetti cittadini albanesi, nel porre in essere la loro attività illecita, agivano in coppia e sovente stazionavano, nelle ore pomeridiane e serali, in un bar di Bellaria Igea Marina.

I costanti servizi di osservazione, pedinamento e controllo permettevano al personale operante di acquisire un quadro sostanzialmente preciso circa le dinamiche di spaccio attuate dai due soggetti. I particolari movimenti e le soste in zone di aperta campagna dell’autovettura utilizzata dai due indagati, una Lancia Y di colore bianco continuamente monitorata dagli operatori, facevano ipotizzare che gli stessi nascondessero le dosi già pronte di sostanza stupefacente in zone pressoché deserte per poi prelevarla e venderla ai loro clienti. Tale ipotesi veniva ampiamente confermata mediante servizi di osservazione statica e vari sequestri di droga, attuati negli stessi luoghi ove i due occultavano le dosi pronte per la cessione. In seguito, grazie anche ai supporti tecnici concessi dall’autorià giudiziaria di Rimini, il personale operante otteneva significativi riscontri, individuando altresì quella che può essere definita una “base logistica” utilizzata dalla coppia per il taglio della droga e la preparazione delle dosi.

Veniva pertanto identificata una donna, anch’ella di nazionalità albanese, Y.F. (classe 1967), la quale metteva a disposizione dei due soggetti il suo appartamento di Bellaria per la lavorazione dello stupefacente. I supporti tecnici sopra menzionati, oltre a permettere l’identificazione di numerosi clienti consumatori di cocaina, tutti di nazionalità italiana e prevalentemente di giovane età, consentivano l’individuazione dei fornitori di droga dei due suddetti albanesi. Si trattava di altri due loro connazionali, identificati in Topi Bledian di 33 anni, residente a Bellaria, già noto per reati legati alla droga, disoccupato e Myrto Migel (classe 1987), anch’egli privo di occupazione e noto per la medesima tipologia di reati, residente a Cervia. Le successive attività investigative venivano indirizzate verso questi ultimi due soggetti che, così come è stato accertato, rifornivano di cocaina altri connazionali dediti allo spaccio al dettaglio, anch’essi identificati dalla P.G. Tra questi veniva individuato l’arrestato Breti Ylli di 31 anni, domiciliato a Viserba di Rimini il quale aveva in essere una solida attività di spaccio in quella zona.

Nel contesto delle attività investigative a carico dei soggetti in questione emergeva l’esistenza di una consolidata rete di spaccio, ben radicata nel territorio, interessante le province di Rimini, Ravenna e Forlì Cesena, gestita per gli inquirenti da Topi e Myrto. L’attività investigativa nel suo insieme, assicurano i carabinieri otteneva l’acquisizione di genuine fonti di prova sul conto degli indagati, facendo emergere responsabilità riguardo ai reati loro contestati e a ben inquadrare la successione criminale mediante la puntuale ricostruzione del “modus operandi” attuato dal gruppo. Al termine delle attività investigative il giudice di Rimini spiccava per cinque indagati l’ordinanza di misura cautelare in carcere (gli arrestati sono stati condotti nelle Case Circondariali di Ravenna, Forlì e Rimini), mentre la donna che metteva a disposizione il suo appartamento per confezionare le dosi è stata colpita dall’obbligo di firma.

Quattro ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nelle prime ore del giorno 9 marzo 2015, e durante le attività sono state rinvenute e sequestrate due dosi già pronte di sostanza stupefacente del tipo cocaina e la somma contante complessiva di 9.700 euro, provento con molta probabilità dell’attività delittuosa. Il quinto destinatario della custodia cautelare, Nika Fatmir, inizialmente irreperibile, è stato rintracciato, dopo ininterrotte ricerche, il giorno successivo, e tratto in arresto.

Alessandro Mazza

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