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La fine di una leggenda
a cura di Paolo Pasini
Le leggende spesso nascono per caso: nessuno se lo aspetta ed in men che non si dica, diventano tali. Come nascono però, allo stesso modo, improvvisamente se ne vanno. Questa notte, nella sua casa a Las Vegas, è scomparso B.B. King, uno dei più grandi chitarristi Blues della storia. Il suo stile, la sua musica, le sue sonorità, hanno influenzato negli anni numerosi artisti famosi. Nato in una sperduta regione del delta del Mississippi nel 1925, per tutta la sua carriera ha portato in giro per il mondo la sua musica, suonata con la fedele chitarra Lucille (famosa per essere miracolosamente scampata ad un incendio).
I numeri della sua carriera sono impressionanti: considerato uno dei migliori (se non il migliore di sempre) chitarrista elettrico, ha inciso circa 50 album e per 74 volte è entrato nella classifica americana degli album più venduti. 150 era la media dei suoi concerti ogni anno, anche recentemente in tarda età. Lucille, la sua amata chitarra, era rigorosamente una Gibson ES-355 custom, un must per i chitarristi rythm’blues.
B.B. è considerato l’inventore di una tecnica per suonare la chitarra elettrica chiamata “vibrato” (in inglese “hummingbird”), tecnica oggigiorno usatissima da tutti i chitarristi. Il suo stile era inconfondibile: suono caldo, intenso ed allo stesso tempo sporco. Questo è il sound che tipicamente da sempre rappresenta il Blues. Lucille, All over again, The thrill is gone, When love comes to town (qui con gli U2) sono alcuni dei grandi successi dell’artista.
La morte del bluesman, lascia un grande vuoto nella musica; rimpianto da tutti i musicisti e dai milioni dei suoi fan, rimane un grande patrimonio indelebile tutta la sua immensa discografia. Per chi volesse approfondire la conoscenza dell’artista, consigliamo di ascoltare brani tratti dall’album per i suoi 80 anni, edito nel 2005, che vanta innumerevoli collaborazioni con artisti famosi come: Van Morrison, Eric Clapton, Mark Knopfler, Roger Daltrey e tanti altri.
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