RIMINI Nel corteo per ribadire il no allo sgombero di Casa Madiba non sono mancati i colpi di scena. Tra i presenti qualcuno portava ancora i segni dell’incontro ravvicinato con le forze dell’ordine dei giorni scorsi. Partiti dalla stazione, Adl Cobas e l’associazione laboratorio Paz hanno deviato dal percorso stabilito e occupato una villetta di via Ceccarelli che “era stata donata al comune alla morte della proprietaria” secondo alcuni dei presenti. Tesi confermata da alcuni residenti delle vicinanze.
Dentro l’abitazione il tempo si era fermato; lettere scritte a china, foto d’epoca e documenti con il timbro del regno d’Italia ne erano le prove. Un piccolo museo lasciato nell’incuria nonostante alcuni mobili fossero catalogat con dei numeri probabilmente dal Comune di Rimini.
Gli occupanti hanno iniziato subito le pulizie dello stabile per riqualificarlo in vista di una eventuale occupazione duratura. Le forze dell’ordine hanno comunque circondato l’area bloccando le vie d’accesso sempre con un elicottero a presidio della zona. Nonostante ci sia stato un momento di tensione che ha minato le trattative il clima non si è incendiato. Alle 19 circa la risoluzione: i manifestanti hanno contattato un assessore che ha promesso che “nessuno dove dormire in strada e ha assicurato il benestare al pernottamento, solo per la notte di sabato, nel villino di chi era stato cacciato da Casa Madiba”.