Era il 22 luglio 1945, quando alla pensione Giardinetto, in viale Leonardo da Vinci a Cesenatico, con un atto notarile redatto dal dottor Alipio Diambri, si costituì la “Cooperativa fra marinai e pescatori” di Cesenatico, denominazione che il 2 novembre 1948, sarà modificata nell’attuale Cooperativa Casa del Pescatore Società cooperativa a responsabilità limitata.

La flotta peschereccia era andata quasi completamente distrutta, perché affondata dalle truppe tedesche prima di battere in ritirata o perché auto affondata in maniera “più morbida” dai marinai stessi, per evitare che l’operazione fosse eseguita senza nessun riguardo dagli occupanti in fuga.
I moli del porto erano stati distrutti con la dinamite e la stessa sorte era toccata ai ponti cittadini, cosicché l’accesso al porto e la navigabilità del canale, risultavano quanto mai complesse, così come non va dimenticato che il mare era disseminato di mine, che rendevano pericolosissima la pesca.
Purtroppo proprio in uno di questi ordigni, il 14 febbraio 1946, incapperà il trabaccolo da pesca Giovanna Giuseppina. Nell’urto e nell’esplosione che ne conseguì moriranno i quattro giovani marinai che formavano l’equipaggio del natante: Mario Pagan, Giuseppe Casali, Dante Rossi e Dario Pagliarani. Uomini che unirono le loro singole debolezze per superare la difficile contingenza e ricominciare. E’ questa la spinta che portò alla nascita della cooperativa.

In quegli anni, la città di Cesenatico basava ancora il proprio sostentamento sulla pesca e sul commercio ittico. Il grande sviluppo economico e la sua evoluzione in rinomata località balneare e turistica, avverranno soltanto in una fase successiva.

