foto: sito ufficiale dei Calexico
a cura di Francesco Zani
Per creare qualcosa di sacro, inteso nel senso più ampio e meno religioso del termine, ci vuole un forte legame con il territorio, con il sangue della terra. Lo diceva con forza Cesare Pavese nel suo diario personale e lo hanno confermato ieri sera alla Rocca Malatestiana, i Calexico. Il gruppo statunitense adora l’Italia, ha tanti amici nel nostro paese, molti dei quali romagnoli e persino un nonno italiano, e ieri sera sul palco di acieloaperto questo si è visto eccome. Un’energia particolare, una forza potente che si è liberata per un’ora abbondante dai tanti strumenti della band statunitense.
Molti brani dell’ultimo album Edge of the Sun, qualche incursione nel passato e un pubblico partecipe e presente che ha ballato e accompagnato i Calexico dentro una cornice da sogno. Bisogna fermarsi e ribadirlo, la Rocca Malatestiana sembra fatta apposta per ospitare concerti, con una buonissima acustica e il cielo a fare da sfondo perfetto per la musica: i Calexico sono stati il tocco giusto per rendere ancora più poetico l’ambiente. Non sono la migliore band del mondo, ma sono forse la migliore per suonare dentro le mura della Rocca.
Il cielo è stato rosso tutta la serata, le nuvole che minacciavano pioggia sono state tenuta a bada dalla cumbia allegra e ritmata dei Calexico. Allegri, coinvolgenti, ma anche riflessivi con qualche pezzo più elaborato e malinconico. I Calexico sono completi, possono attingere ad un repertorio vastissimo cercando di soddisfare un pubblico di tutte le età e di tutte le estrazioni musicali. Ed è stato questo il risultato della serata di ieri: un pubblico di persone che si conoscevano, per un concerto intimo. La rassegna acieloaperto non ha nulla di provinciale anzi, è una della iniziative migliori e più culturalmente vive della Romagna intera. Ma mantiene sempre il suo spirito famigliare, quel sentirsi a casa che rende un concerto indimenticabile.
