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foto tratta dal web

Primo articolo di storia a cura del dott. Gianni Briganti sulla storia di Bagnarola

Bagnarola è una delle più antiche località del Comune di Cesenatico. Già nella “Descriptio Romandiole” del Cardinale Anglic Grimoard del 1371 viene segnalato come Bagnarola contasse 21 fochi (focolari, famiglie), corrispondenti a circa 80/100 residenti, quando Porto Cesenatico ne contava solo 14. La lunga storia ha portato con sé anche alcuni piccoli misteri, tuttora irrisolti e che forse risolti del tutto non lo saranno mai.

Innanzitutto il toponimo stesso: Bagnarola. Per molti è sinonimo di acquitrino, di zona paludosa come la si sente ricordare dai tempi pre-bonifiche del XV secolo da parte dei frati di Santa Maria del Monte che, grazie ai generosi lasciti dei Malatesta, vi avevano instaurato una importante fattoria, primaria fonte di guadagno dei frati stessi, nonché costituito la loro residenza estiva, “Villa Bagnarola”, tutt’ora presente in fondo a via Sbarra, lato mare, trasformata oramai in anonima casa colonica per quel che ne rimane. In passato girava voce anche l’ipotesi di un’improbabile unione di parole “Bagna-arola” che starebbe a ricordare i tempi in cui gli allagamenti portavano l’acqua fino all’arola, ovvero al piano del camino delle famiglie locali.

Ci sono però molti elementi che stridono con questa versione. Nel 1763 all’interno delle “Dissertazioni seconda dell’abate Pasquale Amati savignanese sopra alcune lettere del signor Dottor Bianchi” si dichiarava chiaramente come l’ipotesi che Bagnarola fosse paludosa, o comunque che lo fosse stata a lungo nella storia, fosse totalmente da rigettare:

“La Bagnarola pure, e gli altri terreni frapposti a questi fiumi non furono mai paludi, ma sempre fertili fondi delle Chiese di Cervia, di Classe e di Ravenna ripieni di vigne, di colture, di prati, di casali, e castelli popolati”.

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foto tratta dal web

Inoltre nell’atto di donazione dei Malatesta del 1420 e 1455 ai frati del Monte si legge come i lasciti fossero relativi a terreni nella zona della “Tumba Bagnarola”, già dotati tra l’altro di case coloniche e terre arate. Il termine tumba viene storicamente utilizzato con due significati: zona sopraelevata, e non pare il caso di alcuna zona di Bagnarola, o come sinonimo di fattoria. Se già prima quindi delle bonifiche benedettine c’era una fattoria in zona, possibile che la zona fosse realmente paludosa o che comunque fosse stata sempre paludosa? Se diamo un’occhiata inoltre all’immagine della frazione via satellite possiamo notare come la Centuriazione Romana, del 200/300 a.c., sia ancora molto marcata in tutto il territorio. Possibile che una lunga permanenza allo stato di palude non ne abbia cancellato i tratti nei secoli?

Forse la vera risposta all’origine del toponimo Bagnarola è nascosta in una lapide. Durante le bonifiche benedettine è infatti stata ritrovata in zona una lapide, datata attorno al 274 d.c., che recitava:

BALNEUM AURELIANUM EX LIBERALITATE
IMP(eratoris) CAES(aris) M(arci) AURELI PII FEL(icis) AUG(usti)
SERVATA INDULGENTIA PECUNIAE EIUS
QUAM DEUS AURELIANUS CONCESSERAT
FACTA USURARUM EXATIONE
CURANTE STATIO IULIANO V(iro) E(gregio) CURATORE
RESP(ublica) REFECIT

Traduzione: La città rifece l’edificio termale (che va sotto il nome) di Aureliano, come segno dell’indulgenza dell’imperatore Cesare Augusto Marco Aurelio Pio Felice, conservando il privilegio del denaro concesso dal divino Aureliano e usando le rendite tratte da quella somma, amministrata da Stazio Giuliano, membro dell’ordine equestre

Tale lapide venne poi posta davanti all’altare maggiore di Santa Maria del Monte a Cesena e poi andò persa a seguito del rifacimento del pavimento nel 1660 e tramandata a noi solo grazie allo storico Zazzeri che ne annotò il contenuto. Per balneum o bagno termale non dobbiamo necessariamente pensare a imponenti edifici come le terme di Caracalla; un balneum poteva essere anche un edificio di dimensioni modeste collegato a una casa signorile o comunque a un edificio di riferimento in loco che Bruno Ballerin, nel suo articolo su “Arte Romagna e Storia, n.90, anno 2010”, ipotizza si possa trovare proprio sotto alle fondamenta di quella che è poi diventata Villa Bagnarola.

Alcuni studiosi ne attribuiscono il riferimento, non si sa bene per quale motivo, ad altre località come Bagnolo ma una lapide riportante la dicitura Balneum Aurelianum nell’odierna Bagnarola lascia forse poco spazio a ipotesi balzane.
Per contributi e commenti: dott.gianni.briganti@gmail.com

 

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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