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Primo articolo di storia a cura del dott. Gianni Briganti sulla storia di Bagnarola

Proprio da Villa Bagnarola partiamo per addentrarci nel secondo piccolo mistero. Sempre Bruno Ballerin riferisce nel suo articolo di come il proprietario dell’edificio testimoniasse che durante uno scavo a sud-ovest dell’edificio fosse affiorata la volta di un tunnel sotterraneo, ipotizzando quindi che vi fosse un collegamento lungo 300 metri che partisse dallo scantinato e arrivasse fino al mulino di Bagnarola, un tempo localizzato sul fiume Pisciatello di fianco all’odierno gomito che collega via Pisciatello con via Torri (al tempo via del Mulino).

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Il mulino è crollato sotto le bombe della seconda guerra mondiale, quantomeno la porzione fuori dal terreno, e oggi al suo posto c’è un’abitazione. Difficile sapere se questo tunnel esistesse (e in tal caso tutt’ora esista) o sia solo una fantasia dell’indole tutta Romagnola a sospettare della presenza di passaggi segreti, come afferma lo stesso Ballerin. Tuttavia qualcuno mi ha fatto notare come ritenesse che una fascia di coltivazione presente sulla traettoria presente tra Villa Bagnarola e l’ex mulino apparisse in estate con colorazione diversa rispetto al resto della piantagione. Segnale che si celi un percorso sottoterra o semplice suggestione? Perché l’area a sud-ovest di Villa Bagnarola è evidentemente rialzata rispetto al resto del terreno intorno? E quali reperti lì si nascondo da secoli in attesa di raccontarci la loro storia?

CapIII

Il vaso colmo di monete d’argento

Percorriamo idealmente questo tunnel verso il vecchio mulino e addentriamoci nel terzo piccolo mistero. Annota infatti il Fantaguzzi tra le cronache del suo “Caos” (fogli 91v-92r) di come i frati trovarono un prezioso tesoro:

”Li frati di Santa Maria del Monte questo anno (1505) fecero uno molino da grano a la Bagnarola verso el Porto Cesenatico sul Pissadello o vero Rubicone, nel quale in fundo trovarono uno vaso de terra pieno de medaglie de argento fino, tutti consolari, nante li imperatori al tempo che Roma era triumphante”.

Sappiamo che la zona è stata oggetto di centuriazione Romana, ma cosa ci faceva a Bagnarola un vaso pieno di monete d’argento? Passi se fossero stati ritrovati semplici reperti, che molti agricoltori anche nei decenni recenti hanno rinvenuto e collezionato, ma perché un vaso pieno di monete d’argento, peraltro in una zona periferica persino rispetto alle già sufficientemente periferiche vien di comunicazione che Bagnarola al tempo poteva offrire? Possibile che vi fosse allora veramente qualche edificio in zona ai tempi dei romani? Quali ricchezze troveremmo, e non solo a livello culturale, ampliando ulteriormente la ricerca tramite scavi come i Frati del Monte non avrebbero mai potuto fare?

Per contributi e commenti: dott.gianni.briganti@gmail.com

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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