Ristoratori e bagnini di comune accordo per il rispetto delle regole. Nel rispetto dell’accoglienza e dell’offerta turistica di qualità, della vocazione balneare e gastronomica di Cesenatico.
Così Arte, l’associazione dei ristoratori di Confcommercio, Sib, il sindacato dei balneari italiano e la Cooperativa Esercenti stabilimenti balneari Cesenatico, si sono incontrati per un confronto formativo e costruttivo, mettendo in risalto i punti di convergenza, chiarendo ruoli e prerogative professionali nell’ambito dell’articolato sistema dell’offerta e della qualità turistica locale.
Attivato un tavolo di confronto, che si intende allargare alle associazioni di categoria, all’amministrazione comunale ed agli altri enti interessati. Da un lato per individuare possibili sinergie e collaborazioni sia in ambito lavorativo che di marketing e dall’altro per vigilare sul rispetto delle regole da parte dei singoli operatori, prestando attenzione alle specifiche peculiarità proprie dell’offerta ristorativa e di quella balneare. Le associazioni di rappresentanza di settore della Confcommercio, Arte e Sib e la Cooperativa stabilimenti balneari Cesenatico, ribadiscono innanzitutto il presupposto che la ristorazione deve essere esercitata in forma professionale da chi ne possiede titoli e requisiti.
Una sottolineatura non scontata e che deve servire per evitare possibili intromissioni e abusi, da parte di chi, senza averne qualifica e forma, prevarica i rispettivi ruoli. Fatto salvo questo principio, Confcommercio e Cooperativa bagnini di Cesenatico si dicono pronte a collaborare e vigilare insieme.
“Finora non avevamo avuto ancora un confronto così diretto con la Cooperativa Bagnini e con il Sib – spiega Monica Rossi, presidente dall’associazione di ristoratori Arte di Confcommercio – L’incontro è servito a prendere conoscenza delle problematiche e delle specificità delle due categorie economiche, che riteniamo altamente strategiche nell’offerta turistica della città. E’ servito poi a comprendere come sia necessario realizzare un tavolo di lavoro, che permetta tra i due settori e nella più completa chiarezza, maggiore integrazione e collaborazione, ma anche rispetto dei ruoli e delle regole, scongiurando punti di attrito tra imprese chiamate piuttosto a lavorare in armonia”.
“Era utile avere questo confronto dal quale è scaturita condivisione e unione di intenti tra Cooperativa bagnini e ristoratori – continua Roberto Zanuccoli presidente provinciale Sib –Confcommercio – E’ servito a evidenziare lo stato della realtà locale; a mettersi d’accordo sulle regole: tra chi anche al mare, in spiaggia, può fare a pieno titolo attività di ristorazione e chi invece no; tra che possiede titoli autorizzativi e locali adeguati e chi invece prevarica il proprio ruolo”.
Allo stato attuale, e in seguito alla liberalizzazione delle licenze, va tenuto presente come già da tempo a Cesenatico ci sono una trentina di stabilimenti balneari che, avendo acquistato la licenza di somministrazione alimenti e bevande, sono a tutti gli effetti ristoranti pubblici. Altri ancora, pur non avendo la licenza di pubblico esercizio, hanno comunque locali a norma e caratteristiche igienico-sanitarie tali da consentire l’estensione dell’attività alla ristorazione per la propria clientela essendo debitamente autorizzati dall’Ausl. Precisa Simone Battistoni, presidente dalla Cooperativa Bagnini Cesenatico: “Gli operatori in possesso dell’autorizzazione sanitaria e della licenza di pubblico esercizio (nella maggior parte dei casi acquistata proprio da pubblici esercizi) hanno tutto il diritto di poter svolgere l’attività di somministrazione e preparazione degli alimenti. Diverso il caso di chi non è in regola, sia perché non ha la licenza, sia perché non ha locali, impianti ed attrezzature adeguate, e che dovrà pertanto astenersi. Da parte nostra abbiamo già avviato un percorso per vigilare e di confronto con tutti i nostri soci”.
Rileva il presidente della Confcommercio, Giancarlo Andrini: “Un discorso a parte merita il proliferare di manifestazioni su aree pubbliche dove non si perde occasione di infilarci la somministrazione. E non mi riferisco tanto a quelle fiere specifiche dedicate al cibo e alla gastronomia (Festa del Pesce ed altre di questo tenore), ma a tutte quelle iniziative e piccoli eventi di intrattenimento che prevedono la presenza di stand gastronomici e di somministrazione in qualsiasi mese dell’anno e in qualunque area, anche prestigiosa, della città. Tanto vero che il rischio oltre a creare un danno per chi svolge la propria attività con professionalità tutto l’anno, è anche quello di inflazionare e assuefare la domanda”.