Anche il mare di Cesenatico è interessato dalle richieste di compagnie petrolifere con l’intenzione di trivellare il fondale a caccia di gas e petrolio. Lo scrive Simona Mulazzani sulle colonne di newsrimini.it dove rende nota la posizione del movimento “SOS Adriatico, Rimini per un mare senza trivelle”. “Sull’onda del recente via libera del Governo per le trivellazioni alle isole Tremiti – si legge in un a nota – a riaccendere gli animi degli attivisti riminesi sono le richieste di ricerca in mare di petrolio e gas naturale davanti Rimini, avanzate da Eni e Adriatic Oil”. La prima ( d171 A.R- AG), quella della italiana Eni, interessa un tratto di mare di circa 34mila ettari tra Cesenatico e Rimini; la seconda (d173 A.R-AD), di Adriatic Oil (compagnia petrolifera londinese che opera nel Mare del Nord) riguarda circa 43mila ettari di mare, tra Cervia e Rimini”.
“Entrambe – si legge -, oltre le 12 miglia (circa 20km) dalla costa (quindi non bloccate dalla recente Legge di Stabilità del Governo Renzi) e fortemente impattanti su pesca, turismo ed ecosistema marino in quanto la prospezione avverrebbe con la tecnica dell’airgun (onde rumorose di aria compressa verso il fondale marino lanciate da una nave ogni 10 secondi, 24 ore al giorno per diversi giorni). Tali istanze si andrebbero a sommare alla realizzazione di un ulteriore pozzo estrattivo attualmente in fase di autorizzazione sulla piattaforma Bianca-Luisella, nel tratto di mare tra Pesaro e Cattolica, oltre al mega progetto della Spectrum Geo che riguarda tutto l’Adriatico da Rimini fino a Termoli per 1,4 milioni di ettari di mare”.
“Vale la pena interrogarsi sull’opportunità di simili piani in un momento in cui il prezzo del petrolio ha raggiunto minimi storici, mentre l’emergenza inquinamento delle nostre città e gli accordi internazionali recentemente siglati a Cop21 di Parigi impongono un deciso cambio di strategia energetica rivolto alle fonti rinnovabili”.
