Alla cooperativa Casa del Pescatore di Cesenatico, Augusto De Sanctis ha tenuto una conferenza sugli effetti delle trivellazioni in Adriatico e sulla riapertura del pozzo Morena I, per estrazioni di metano a 4 km dalla spiaggia. In seguito a questo incontro, il Movimento 5 Stelle di Cesenatico manifesta le proprie numerose perplessità, maturando nuove riflessioni riguardanti la questione delle trivellazioni ai fini di estrazione di gas e idrocarburi in mare.
“In un’epoca in cui tutti i paesi puntano alle energie rinnovabili, abbandonando quelle derivanti da combustibili fossili, è paradossale vedere che nel nostro paese, e soprattutto nella nostra regione dove si è lasciato il via libera al decreto Sblocca Italia e alle trivellazioni con la diretta responsabilità del presidente Bonaccini, si persegue l’interesse di un sistema arcaico che sta minando la salute e la sicurezza dei cittadini, i quali hanno un solo strumento per potersi tutelare: il referendum del prossimo 17 aprile – interviene Riccardo Romani, candidato assessore del Movimento 5 Stelle – Strumento in parte sabotato a danno della gente (per evitare il raggiungimento del quorum) nelle tempistiche, nei modi e nella forma, da un governo che non riesce più a negare la complicità e la totale sottomissione alle lobby del potere”.
“Ricordando che il pozzo Morena 1 si trova a soli 4 km dalla costa, dalle constatazioni fatte è emerso che le precauzioni prese da terra, per i lavori di riattivazione del pozzo, sono inesistenti. Non è stata effettuata o richiesta nessuna valutazione di impatto ambientale attraverso uno studio specifico, inerente al fenomeno della subsidenza – continua Romani – Considerando che a seguito dell’estrazione, in 10 o 20 anni il suolo potrebbe accelerare il suo inabissamento di 15/20 cm (vedi Comacchio), per una città come Cesenatico sarebbe molto grave”.
“Inoltre non si è minimamente preso in considerazione tutto quello che riguarda la correlazione ampiamente dimostrata tra l’estrazione di gas dal sottosuolo e l’attività di sismica. Effettivamente pochi sono a conoscenza di studi scientifici dai quali è emerso che, a seguito dell’attività estrattiva proprio per conseguenze di assestamento, è stato riscontrato l’inizio e l’intensificarsi di attività sismica nelle zone di estrazione – continua Romani – Oltre a questo, è necessario mettere in evidenza i numerosi rischi di carattere ambientale legati all’estrazione di gas, che potrebbero derivare da malfunzionamento, da guasti, da errori umani, esplosioni (blow out), fuoriuscita di materiale tossico in mare, fuoriuscita di gas tossici e rischi di radioattività legati anche ad elementi presenti naturalmente nel sottosuolo. Visti e considerati i rischi, data l’impossibilità di prevedere gli assestamenti e gli accadimenti in una prospettiva futura, va da se che chiunque capirebbe che il gioco non vale la candela, soprattutto per i cittadini di Cesenatico e di tutta la riviera che con il mare, il turismo e la pesca ci vivono. Ad oggi un’azione logica sarebbe quella di appellarsi al principio di precauzione”.