Un confronto duro, durato due ore. Questa la mattinata decisiva per l’inchiesta sulla morte di Marco Pantani. Questa mattina (mercoledì 24 febbraio) si è celebrata l’udienza voluta dal gip Vinicio Cantarini dopo la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Rimini e l’opposizione (ritenuta fondata dal giudice) dell’avvocato Antonio De Rensis, legale della famiglia Pantani.
A quasi due anni dalla riapertura delle indagini, a giorni si saprà se sarà accolta la tesi della Procura che ha chiesto di archiviare il nuovo faldone – aperto su richiesta della famiglia – che ipotizza l’omicidio volontario. Oppure il giudice, che si è riservato la decisione, rimanderà il fascicolo agli investigatori per ulteriori approfondimenti.
Alla fine dell’udienza l’avvocato ha spiegato i punti ancora oscuri che potrebbero avvallare la tesi dell’omicidio: “Bisogna approfondire la questione dei metaboliti nel sangue di Pantani, quindi droga e medicinali; interrogare alcuni personaggi mai sentiti dagli investigatori; approfondire il rebus del lavandino staccato dalla parete, secondo alcuni testi, ma rinvenuto sistemato; capire chi portò i giubbotti da sci a Marco e spiegare la collocazione del bolo di pane e cocaina vicino al cadavere. Inoltre nell’ottobre 2014 – ha detto l’avvocato De Rensis – si è presentata in una Stazione dei carabinieri una signora che ha detto che all’epoca dei fatti era una escort. Ha aggiunto che tre mesi prima della morte di Pantani (avvenuta il 14 febbraio 2004) era stata chiamata al residence Le Rose. Perché questa donna non è mai stata ascoltata?”.
Al fianco dell’avvocato mamma Tonina, che prima di recarsi in tribunale aveva lasciato su Facebook un messaggio ai tifosi di Pantani “pregate per me”. Alla fine dell’udienza ha spiegato: “Come mamma aspetto delle risposte mai avute nel corso delle indagini”.