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comitatoIl Comitato cittadino costituito per la difesa dall’inquinamento ambientale e, in particolare, per contrastare l’installazione sul lastrico solare di un hotel che si affaccia sulla piazza centrale di Zadina passa all’azione. Dopo aver nominato presidente Sergio Lorito, il Comitato ha conferito mandato allo studio dell’avvocato Gualtiero Roveda di Cesena per sollecitare l’intervento del sindaco Matteo Gozzoli.

Nella lettera, inviata al sindaco, si evidenzia un appello, firmato da oltre 70 persone tra medici, fisici, biologi, ricercatori e 50 tra associazioni e comitati, per denunciare “i gravissimi rischi per la salute e per l’ambiente connessi all’esposizione crescente a campi elettromagnetici (CEM) a radiofrequenza e microonde e che, nell’ultimo decennio, si sono profuse risoluzioni scientifiche e governative, consensi scientifici e documenti di posizione, rapporti di gruppi di scienziati indipendenti e appelli ai governi per invitare a limitare la diffusione dell’uso di tecnologie di comunicazione senza fili”.

“La scelta della precedente amministrazione di autorizzare l’installazione nel centro di Zadina è da considerarsi irrazionale e potenzialmente lesiva della salute di residenti e turisti – spiegano dal Comitato – All’atto dell’installazione la zona risultava già perfettamente servita e l’attrattiva turistica della zona ne risulta gravemente compromessa. La normativa che disciplina la materia, secondo la consolidata giurisprudenza del Giudice amministrativo, consente all’Ente comunale di escludere installazioni se il divieto è puntuale e motivato. Le ragioni per rimuovere l’antenna ci sono tutte: piazza Kennedy di Zadina è un’area storicamente destinata alla frequentazione di soggetti particolarmente esposti al rischio in questione, quali donne in stato di gravidanza, bambini e anziani. Non vi è alcun segnale che avvisi queste persone del rischio inescusabile al quale inconsapevolmente si espongono. Inoltre, non risultano adeguatamente informati del rischio né coloro che vengono in villeggiatura e dimorano nelle vicinanze dell’impianto, né i clienti dell’hotel che ospita la stazione RBT che determina il campo elettromagnetico. In tutto questo si ravvisa una gravissima condotta omissiva di chi riveste una posizione di garanzia in materia”.

“Il sindaco ha l’obbligo di osservare il principio di minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici e, perciò, di individuare i siti che per destinazione d’uso e qualità degli utenti possano essere considerati particolarmente sensibili alle immissioni radioelettriche. Nel bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco, cioè il diritto alla salute e il diritto alla comunicazione, il primo deve considerarsi assolutamente prevalente rispetto all’altro. Il Comitato è fiducioso nel fatto che il sindaco compia gli atti necessari per rimuovere l’impianto”.

Nel caso questo non avvenga il Comitato ha già in programma le prossime iniziative: “Una richiesta di audizione in seduta pubblica in consiglio comunale; la realizzazione di una serie di video da postare su internet realizzati da Armando Taioli e Della Del Chierico; una raccolta di firme (ad oggi ne sono state raccolte più di 1.600 tra residenti e turisti. Al raggiungimento della quota 2.000 saranno consegnate ufficialmente al Ministero della Salute); organizzare, per la prossima estate, sia manifestazioni di piazza per rendere consapevoli del rischio coloro che soggiornano che un meeting internazionale a Cesenatico, coordinando le 50 associazioni italiane e quelle europee, per discutere dell’inquinamento da CEM; organizzare una tavola rotonda pubblica con il giornalista de “Il fatto quotidiano” Maurizio Martucci; invitare le organizzazioni dei Consumatori a denunciare pubblicamente la condotta degli albergatori che non avvisano della presenza di fonti d’inquinamento elettromagnetico i clienti; obbligare agenzie, siti e motori di ricerca di alberghi ad indicare la presenza di CEM nelle strutture. E’ una questione di civiltà: la salute deve essere considerata una priorità e, in ogni caso, le persone hanno un sacrosanto diritto a essere informate di potenziali rischi per la propria salute”.

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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