Un documentario di 90 minuti per raccontare la vita dei richiedenti asilo. Per farlo il cesenaticense Mauro Bucci ha scelto di «passare dalla teoria alla pratica» documentando sul campo la loro storia e quotidianità. Si chiama “Hotel Splendid” e porta la firma del 39enne filmaker e ricercatore indipendente nel campo dell’antropologia visuale. Studia le possibilità offerte dal cinema per lo studio e la comprensione delle esperienze umane e pratiche culturali. È autore di saggi scientifici pubblicati su riviste di settore sia in Italia che all’estero.
«Il progetto – ha commentato Bucci – è iniziato due anni fa, ho praticamente vissuto con i profughi allo Splendid un anno tornando a casa la sera per dormire. E’ una metodologia di lavoro necessaria per comprenderne e assemblarne il punto di vista sulle loro situazioni. Nel primo mese non ho mai usato la telecamera, era fondamentale essere accettato».
Il pre-montato, frutto della scrematura di 100 ore di girato, aveva un altro titolo: “Living beyond the borders” e durava 103 minuti. Dopo un’accurata selezione si è giunti ai 90minuti di “Hotel Splendid”. «Nel documentario ci sono quattro personaggi principali e venti interviste. Sono due le linee narrative: la prima ripercorre, grazie ad interviste, il viaggio dalla terra d’origne fino all’Italia. La seconda invece tratta la loro permanenza in Italia, il passaggio dall’Hotel Sintini allo Splendid fino a quando arrivano le risposte alle richieste di permanenza in Italia».
Al momento il primo obiettivo dell’autore è di accedere ai festival in Italia e all’estero. Ma il “work in progress” quindi “Living beyond the borders” è stato proiettato ad Atene a fine settembre in occasione delle giornate europee del patrimonio. «Ancora non potrò fare delle presentazioni – ha aggiunto Bucci – devo aspettare il via libera dei festival che richiedono solo materiale inedito».
Stando a stretto contatto con culture diverse tra loro e dalla propria ci sono esperienze che hanno colpito il regista. «Io davo per scontato alcune cose come avere una famiglia, avere i documenti per cercare un lavoro. Invece queste sono le cose che più agognano e la continua attesa, questa incertezza in cui vivono tutto il giorno procura ansia».
Questa è l’opera prima di Mauro Bucci che ha curato tutto in prima persona fino ad autoprodurre la “pellicola” che sarà presentata nei festival italiani e internazionali.