La Giunta Gozzoli ha presentato in consiglio comunale, approvato dalla maggioranza, il nuovo regolamento per l’utilizzo del teatro comunale. Il precedente regolamento risaliva agli anni ’90, ma – va detto – le diverse legislature che si sono susseguite in città hanno apportato, in base a richieste specifiche, modifiche con delibere firmate ad hoc.
Il nuovo regolamento presenta due novità. La prima riguarda la richiesta di utilizzo da parte di associazioni del territorio. In questo caso «nell’anno solare 1° gennaio-31 dicembre l’utilizzo concesso a favore del richiedente, non potrà di norma essere superiore a 3 giornate (prove e/o spettacoli e/o iniziative), con un massimo di 8 ore quotidiane», si legge nel regolamento. Inoltre vengono individuate tre linee guida. La prima prevede «l’utilizzo del teatro comunale per una singola giornata da parte di associazioni di volontariato e/o di promozione sociale: ai richiedenti viene concesso l’utilizzo gratuito della struttura (esonero dal canone), mentre restano a carico gli oneri del personale». La seconda linea prevede invece «l’utilizzo del teatro comunale per più giornate da parte di associazioni di volontariato e/o di promozione sociale: i richiedenti – che fissano per gli spettacoli un ingresso con biglietto (costo massimo 15 euro) – versano un canone ridotto, pari al 50%, a partire dalla seconda giornata di utilizzo, mentre restano a carico gli oneri del personale per tutte le giornate richieste». Infine «nelle manifestazioni che vedono gli incassi raccolti a scopo benefico, viene inoltre consentito agli utilizzatori/concessionari l’impiego di proprio personale di sala maschera/sorveglianza antincendio (munito di apposito patentino/attestato), fino ad un massimo di 1 dei 3 addetti obbligatoriamente presenti». Inoltre si specifica. «Il teatro è concesso in uso con il servizio di assistenza tecnica da parte del personale incaricato dal Comune di Cesenatico. L’utilizzo concesso del teatro comunale determina il pagamento a favore del Comune e a carico dell’utilizzatore/concessionario di un canone giornaliero il cui importo viene fissato con delibera della Giunta comunale del 17 marzo 2015 (attualmente 500 euro)».
La seconda novità riguarda l’utilizzo da parte delle scuole del territorio. In questo caso «il numero massimo di giornate per l’utilizzo del teatro per ciascun anno scolastico e per ciascuna Direzione Didattica e/o Istituto di istruzione superiore di primo grado e/o di secondo grado, è individuato di norma in 8 comprensive di prove e di spettacoli, con un massimo di 8 ore quotidiane In tali limiti le scuole vengono dispensate dal pagamento sia del canone che delle spese per il personale».
Il sindaco Matteo Gozzoli. «Il teatro comunale di Cesenatico è un bene culturale e, come tale, va salvaguardato e valorizzato nei modi e nelle forme adeguate. Inoltre di norma è destinato a manifestazioni teatrali, musicali e di spettacolo in genere. E’ bene ricordare che è di proprietà del Comune di Cesenatico, che lo gestisce direttamente. Il nuovo regolamento è stato condiviso con le associazioni del territorio che hanno contribuito alla sua stesura. Abbiamo pensato di approvare un nuovo regolamento anche per limitare i costi comunali». Ricordiamo infatti che negli anni passati alcune associazioni hanno usufruito nel teatro comunale anche di 20 giornate e i costi sono ricaduti su tutta la collettività.
Sulla questione interviene anche il capogruppo Pd, Mario Drudi. «Potrei scegliere di scendere a testa bassa nella polemica. Preferisco non farlo, anche se avrei fior di argomenti da mettere in campo. Preferisco semplicemente dire, che a nessuno sarà prescluso l’accesso al teatro, così come, che gli istituti scolastici e gli operatori culturali sono stati coinvolti nella stesura del regolamento e lo hanno arricchito e condiviso. Pur avendo cura di salvaguardare un bene “delicato e di valore storico” come è il teatro comunale di Cesenatico, l’amministrazione attiverà tutti gli strumenti utili per favorire l’espressione delle sensibilità artististiche, presenti nella nostra città». Poi la stoccata finale a Roberto Buda: «Meglio tenersi la polemica per il Rue, per certi atti urbanistici imbarazzanti che hanno contraddistinto il periodo del “quando c’era lui”».