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«Ho iniziato il 2017 con tanta speranza, dopo aver attraversato un 2016 faticosissimo. Ho voluto festeggiare la speranza indossando anche un paio di orecchini che mi furono donati da mio marito nel 2009 per il nostro 25esimo anniversario di matrimonio. Sono orecchini di inizio secolo scorso e racchiudono una bella storia».

Inizia così la lettera di Anna Maria Garuti, che quegli orecchini li ha persi il primo giorno dell’anno a Cesenatico: «Appartenevano alla nonna di mio marito, ricevuti in regalo dal consorte per la nascita del loro penultimo figlio. Passati alla nostra famiglia attraverso una storia d’amore e di coraggio incredibile. Infatti nel 1942 – ricorda Anna Maria – il papà di mio marito fu destinato alla guerra di Albania e Jugoslavia. Fu chiamato, ma non voleva andare a combattere una guerra assurda. Lui e suo fratello si incontrarono a Roma prima di essere spediti a chissà quale destino. Si salutarono. L’indomani dovevano partire. Mio suocero però si nascose e riuscì a non partire, perché voleva tornare a casa per un ultimo saluto alla madre che tanto amava, Virginia, e alla giovane fidanzata che aveva conosciuto pochi giorni prima, Valentina».

«Salutò la madre che piangeva poi corse dalla fidanzatina alla quale portò gli orecchini che la madre gli donò per la fidanzatina stessa. Ne conosceva i sentimenti per quel figlio che andava in guerra e ne immaginava la disperazione. Lui li diede alla fidanzatina disperata, come pegno d’amore, promettendole che sarebbe tornato per sposarla. Il dovere ingiusto lo chiamava, non sarebbe mai stato un disertore, tornò a Roma, fu imbarcato per l’Albania, dove fu fatto prigioniero. Fu portato poi in Algeria e tenuto prigioniero oltre la fine della guerra».

«Liberato nel 1946, in primavera, tornò a casa, dove ormai lo davano per morto, tranne la fidanzatina che era diventata una piccola partigiana, quasi a voler aiutare il suo fidanzato lontano. Lei non aveva mai smesso di aspettare e, nei giorni di festa, indossava sempre quei bellissimi orecchini. Li mise anche quando lui tornò per mantenere quella promessa fatta tra baci, abbracci e lacrime ben 4 anni prima. Sono un pegno di amore, che mio marito mi ha regalato dopo 25 anni di matrimonio ereditandoli dalla madre e che avevo messo in un giorno di festa, per andare a Cesenatico».

«Una città che ci ha regalato momenti meravigliosi, emozioni indimenticabili. Lì ci siamo scambiati il nostro primo bacio, abbiamo salvato nostro figlio e festeggiato i 25anni di matrimonio. Gli orecchini – conclude Anna – hanno un valore affettivo più che intrinseco, i brillanti non sono pregiati come quelli dei gioielli attuali. Spero di ritrovare l’orecchino perduto – che ho cercato disperatamente ripercorrendo Cesenatico dal canale alla chiesa per accendere le candele per i miei cari, al Bagno Veneto, dove vado d’estate e sotto al grattacielo in piazza Costa – per dare seguito alle storie d’amore della nostra famiglia, che si susseguiranno…».

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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