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Tinin Mantegazza

Una lettera aperta al sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli. Mittente Tinin Mantegazza, regista, illustratore, pittore, organizzatore teatrale e giornalista, nonchè «papà» del pupazzo Dodò della trasmissione televisiva «l’Albero Azzurro».

«Non posso che augurare a Lei e alla nuova amministrazione di far bene. Mi è capitato però di leggere il nuovo regolamento approvato recentemente per l’uso del teatro comunale e sono rimasto quanto meno perplesso. Quel regolamento pare pensato per impedire l’uso di quella struttura e piuttosto garantire la conservazione della sala teatrale così com’è evitandone qualsiasi logoramento. Mi sembra un atteggiamento aculturale preoccupante. Sarebbe come rendere difficile l’uso delle palestre per non sciuparle.

Il teatro di Cesenatico anche se è un gioiellino d’architettura non toglie che vada usato, abitato da produttori d’arte, anche logorato, adoperato per offrire arte e cultura alla popolazione del territorio e produrle con la medesima. Purtroppo i teatrini delle province romagnole, come il nostro, hanno difficoltà a trovare una gestione efficace e poco costosa, ma questo dipende dal non saperli usare in modo adeguato al rapporto con la gente per cui furono costruiti al loro tempo.

Con l’avvento della televisione s’è smarrito l’uso del teatro come luogo d’aggregazione e soprattutto di autoproduzione artistica e culturale. Considerare il teatrino locale come una bomboniera-reliquia è davvero delittuoso, considerarlo un oneroso costo riservato a poco pubblico significa non aver riflettuto su ciò che ha significato e può significare questa struttura per un grande coinvolgimento di tutta la popolazione.

Incrementare la nascita di corsi di teatro per giovani, favorire la nascita e la conoscenza di compagnie dialettali, dare sede a gruppi musicali, a corsi musicali, a gruppi corali, dare spazio alla creatività carnevalizia, sono solo alcune indicazioni delle tante possibilità di partecipazione popolare e quindi a un grande uso a basso costo del teatro comunale nuovamente centrale artistico-culturale».

Tinin Mantegazza

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

3 Comments

  • Alessandra ha detto:

    Sono contenta che finalmente una voce importante, esprime il pensiero di tanti cittadini su questo regolamento veramente discutibile, egregio Sig. Sindaco, non è mai troppo tardi per rimediare. Accetti il consiglio del Sig. Mantegazza.

  • Alma ha detto:

    Sono in completa sintonia con quanto scritto da Tinin Mantegazza. E non è solo una posizione idealistica o romantica, ma un pensiero profondamente attuale per non pensare alla cultura solo in termini di conservazione dei luoghi deputati alla sua temporanea consumazione, bensì alla volontà di incentivare il suo espandersi che promette sempre un ritorno: d’immagine, di stima, di solidarietà, di identità, e forse anche economico nel lungo periodo.
    Ci ripensi, sindaco, mi aggiungo a “Non è mao troppo tardi per rimediare!”

  • Sandro Brina ha detto:

    Detto da una Personalità come Tinin sono suggerimenti che vanno accolti!

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