Alberto Papperini, il candidato sindaco dei 5 stelle alle ultime elezioni, interviene con una nota personale sulla a scissione Gesturist. «Martedì 9 maggio alle ore 9 – si legge – presso il tribunale di Forlì è stata convocata l’ennesima udienza nei confronti dei 5 imputati per la “svendita Gesturist”. Durante il processo verranno ascoltati gli imputati, i testimoni e i soggetti informati dei fatti. Tra quest’ultimi ci sarò anche io, Alberto Papperini, che confermerò al giudice quanto già denunciato nei cinque anni del mio mandato da Consigliere comunale».
«Mi aspetto – aggiunge – che il Sindaco Matteo Gozzoli inizi a spendere qualche parola su questa vicenda e aiuti la Magistratura nel far emergere i fatti che hanno portato alla svendita del patrimonio pubblico con la complicità del PD, il partito a cui appartiene».
Poi Papperini ripercorre la vicenda. «Nel Marzo 2015 il Gup ha rinviato a giudizio i 5 imputati del caso Gesturist: Terzo Martinetti, Anna Maria Ori, Nivardo Panzavolta, Giancarlo Paganelli e Roberto Camporesi. L’ipotesi formulata è di un danno erariale per oltre 4 milioni di euro a discapito del Comune di Cesenatico. Quattro i capi di imputazione. Su Martinetti, Panzavolta e la Ori pende la ricostruzione di una falsa rappresentazione della realtà circa l’esistenza di un preesistente diritto di prelazione dei soci di Gesturist sul patrimonio societario del Comune, procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale ai soci non pubblici tramite la clausola sulla prelazione. Per questo viene chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e falso materiale. Paganelli e Martinetti sono accusati, in concorso e nella qualità di incaricati di pubblico servizio, di aver chiesto per Cesenatico Servizi srl nell’ultimo giorno dell’amministrazione Panzavolta, il 31 maggio 2011, la cessione di crediti pro-soluto al Comune di oltre 3 milioni e mezzo di euro, mentre quelli spettanti e poi certificati ammontavano a poco più di 750mila euro. Infine i cinque, con ruoli diversi, sono accusati di truffa in concorso, perché grazie a compiacenti consulenze tecniche avrebbero gonfiato i valori dei beni di proprietà e di fusione. Il danno per il Comune sarebbe superiore ai 4 milioni di euro».