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Tassa di soggiorno, le ragioni del Pd

By 21 Luglio 2017 No Comments

Il segretario comunale Pd Mario DrudiTassa di soggiorno sì oppure no? Il Partito Democratico appoggia il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli nella scelta di introdurre l’imposta dal prossimo autunno.

E il Pd entra nel merito della questione. «La gestione corrente del Comune di Cesenatico, nonostante la pesante e rigorosa razionalizzazione della spesa, messa in pratica nell’ultimo anno, è tutt’altro che al sicuro. Inoltre la vicenda relativa all’incasso da Eni dell’ultima tranche di Imu, ad oggi è tutt’altro che conclusa, dal momento che Eni ha presentato ricorso rispetto all’ultima tranche dovuta al Comune di Cesenatico (3,8 milioni di euro) e soltanto in autunno si potrà avere un primo pronunciamento da parte della Commissione Tributaria incaricata di dirimere la vicenda – interviene il segretario Pd, Mario Drudi – Queste premesse sono per chiarire che il Comune di Cesenatico non ha una gestione corrente robusta. Questa debolezza strutturale, peraltro non ancora risolta, ci ha imposto nel corso di questi anni un ridimensionamento progressivo di capitoli di spesa strategici per il turismo quali promozione, eventi, manutenzioni stradali e del verde pubblico».

Ma non è finita infatti «a questo bisogna aggiungere che grandi aree pubbliche della città, anch’esse di grande valenza turistica, quali Vena Mazzarini, viale Colombo, tratti significativi di viale Carducci, centro storico di Ponente (Valona), versano in condizioni di evidente degrado e necessiterebbero di riqualificazione. Non va infine dimenticato che negli ultimi sei anni, a Cesenatico, non è stato realizzato neppure un investimento pubblico significativo, di valenza turistica e non, degno di menzione».

Per questo il Pd vede l’imposta di soggiorno «come una necessità per non scendere ulteriormente rispetto al livello bassissimo di risorse che il bilancio comunale ha permesso in questi anni per promozione turistica, eventi e manutenzioni e contestualmente come una opportunità, per invertire questa tendenza negativa e tornare finalmente a investire nuove risorse in questi capitoli di spesa, oggi inadeguati, e rendere quantomeno ipotizzabile, magari con l’aiuto di contributi comunitari, governativi, della Regione e/o di soggetti privati, la riqualificazioni delle tante aree degradate di interesse turistico, presenti in città».

L’imposta di soggiorno è già applicata nella maggioranza delle città turistiche italiane e oggi con la finestra consentita dal Governo con la legge 21 giugno 2017 numero 96, tanti altri Comuni impossibilitati ad applicarla a causa di un precedente blocco governativo, si accingono ad introdurla. Così esclusa Bellaria Igea Marina, entro il mese di luglio, «in tutti i Comuni turistici della riviera emiliano romagnola, l’imposta di soggiorno o sarà un tributo a regime da anni (Rimini, Gatteo, Riccione, Cattolica), oppure ne sarà stata adottata l’introduzione (Cervia e Comacchio). Per questo sulle possibili ricadute in termini di presenze turistiche a seguito dell’introduzione dell’imposta di soggiorno, non siamo all’anno zero», continua Drudi.

Attraverso questa entrata il Comune di Rimini incassa quasi 10 milioni di euro e località simili e concorrenti di Cesenatico come Riccione, Cervia e Cattolica, già incassano da anni o incasseranno dalla prossima estate dai 2 ai 3 milioni di euro. «Date le criticità strutturali del nostro bilancio comunale, c’è qualcuno che realisticamente ritiene che Cesenatico possa mantenere in futuro la sua riconosciuta bellezza e capacità attrattiva, se per gli anni a venire, decide di operare con un handicap di simili proporzioni? Noi pensiamo di proprio di no. Senza promozione turistica, eventi, manutenzioni e investimenti pubblici, invece di darci un futuro, siamo destinati ad andare poco lontano. Quel che conta maggiormente, sia per chi amministra oggi e per chi lo farà domani, dovranno essere una vera concertazione con la città in ordine alla destinazione delle risorse introitate, agli obiettivi che si vorranno raggiungere e la verifica consuntiva dei risultati realmente ottenuti», conclude Mario Drudi.

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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