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Riportiamo in luce, grazie al contributo di Walter Cortesi del Centro Ricerche Bunker, una fetta di storia di Cesenatico.

Prefazione della Mostra “Aerei Perduti” sull Aeroporto Alleato di Cesenatico ( Novembre 1944 – Luglio 1945 )

a cura di: Enzo Lanconelli

foto archivio Walter Cortesi

Durante il secondo conflitto mondiale, l’enorme profusione di velivoli messi in campo dagli angloamericani rese totalmente insufficiente la rete degli aeroporti italiani, obbligando quindi i comandi alleati a costruirne dei nuovi. Nel versante adriatico si iniziò dalla Puglia, dove dal dicembre 1943 fu dislocata l’intera forza da bombardamento strategico: in quella regione i bombardieri pesanti ed i caccia di scorta utilizzarono una ventina di aeroporti diversi e lì vi restarono fino al termine del conflitto.

foto Archivio Cortesi

Al contrario, la forza da bombardamento tattico dotata di bombardieri medi e cacciabombardieri fu necessariamente obbligata a seguire l’avanzamento del fronte da sud verso nord, appoggiandosi anche a nuovi scali aeroportuali appena costruiti. È il caso anche di Cesenatico, dove alla fine di novembre del 1944 fu realizzato un cosiddetto “Landing Ground” nella spiaggia di Ponente. Come già era accaduto a Misano e Bellaria, dove precedentemente erano stati realizzati altri scali, anche per la costruzione dell’aeroporto di Cesenatico fu scelta la zona della linea di costa. Questo stesso modus operandi avrebbe poi condizionato la costruzione degli altri aeroporti di Cervia, Punta marina e Foce Reno.

foto Archivio Cortesi

Una volta deciso il luogo dove sarebbe sorto l’aeroporto, squadre del Genio dotate di grossi bulldozer spianavano e livellavano il terreno, abbattevano arbusti, pini ed altri ostacoli. Venivano poi stese tele di juta sulle quali erano poste speciali lamiere forate che, agganciandosi fra loro, formavano una eccellente superficie: le “Pierced Steel Plank Landing Mat”. Ancora oggi, in specie lungo le strade di campagna, è possibile vedere recinzioni e cancelli realizzati con quelle lamiere. La forza da bombardamento tattico o Mataf era costituita dalla 12th Air Force Usaaf, formata da bombardieri medi e leggeri nonché da gruppi di caccia da scorta. […]

foto Archivio Cortesi

L’aeroporto di Cesenatico fu realizzato per i Martin Baltimore e De Havilland Mosquito del 253° Wing che precedentemente si erano appoggiati a Falconara. A metà dicembre 1944 il 253° Wing arrivò a Cesenatico e lì vi rimase fino al termine del conflitto.  Le missioni per gli equipaggi che volavano con i Baltimore consistevano in bombardamenti tattici diurni in tutta l’area orientale della pianura padana. Furono colpiti ponti, depositi, trasporti, scali ferroviari, concentramenti di truppe e postazioni difensive nemiche.

foto Archivio Cortesi

Dal febbraio 1945 furono sensibilmente ridotti i voli diurni e si passò alle missioni di disturbo e interdizione notturna. Il 600° Sqn. Raf svolse prevalentemente missioni di caccia notturna mediante l’uso di apparecchiature radar montate sui Mosquito. In previsione dell’imminente offensiva primaverile, il 20 marzo 1945 a Cesenatico arrivarono anche i cacciabombardieri Republic P-47 Thunderbolt del 79th Fighter Group Usaaf. Essi svolsero missioni di bombardamento tattico in appoggio alle truppe di terra e di attacco al suolo.

Si ringrazia Walter Cortesi per il contributo.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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