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in collaborazione con lo staff di Jazzenatico

Nella foto: Fabio Nobile, Laura Bertozzi, Alessandro Fariselli

Quanto sono ampie le possibilità espressive di una batteria? Nelle mani – e nei piedi – di Pierluigi Foschi (in arte Pier Foschi), ogni componente dello strumento si ritaglia un ruolo da solista raggiungendo potenzialità inaspettate. Forte di un bagaglio di collaborazioni e tournée con alcune tra le principali personalità del pop italiano, il batterista cesenaticense continua la sua ricerca musicale all’insegna dell’unicità.

Come ti sei avvicinato alla musica?
A 10 anni tra me e la batteria è stato un colpo di fulmine. Ho iniziato a studiare alla scuola di musica di Cesenatico con Euclide Zoffoli. A 16 anni ebbi il mio primo ingaggio di 6 mesi all’estero con una cover band: fu un’esperienza che mi allargò gli orizzonti.

Quali personalità hanno influito di più sul tuo percorso?
Andrea Mingardi, con il quale ho collaborato per 10 anni, mi ha fatto fare un vero e proprio salto musicale. Io e Lorenzo Jovanotti siamo stati maestri l’uno dell’altro nel forgiare un linguaggio che sposasse il musicista e il dj. Tanti spunti li ho assorbiti anche dai dischi di Gino Vannelli e Buddy Rich.

Come ci si sente sui grandi palchi?
Lavorare con Jovanotti, Pino Daniele ed Eros Ramazzotti vuol dire stare davanti a platee dalle mille alle diecimila persone. L’esperienza è dirompente e l’energia fluisce in modo circolare dalla band al pubblico e viceversa.

In quale direzione va la tua ricerca oggi?
Spesso della batteria si esplorano pochissime potenzialità. Un po’ come avere una Ferrari e usarla come un’Ape. “La” batteria è al femminile, ogni sua parte va scoperta e fatta brillare. Io vorrei arrivare con lo strumento da solo all’anima delle persone.

Cesenatico sa valorizzare la musica?
In ogni rassegna stampa uscita negli anni, il mio nome è sempre stato associato a quello della mia città. Nessuno però è mai venuto a bussare alla mia porta per chiedere cosa potevo portare del mio bagaglio a Cesenatico. Per la musica si fanno molte cose, ma si può fare di più. Valorizzare i concittadini che hanno un talento ripaga anche la città. E allora, perché accorgersi di loro solo dopo la morte?

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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