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a cura di Stefano Righi e Alessandro Mazza

Uno dei ragazzi ci ha aspettato per strada a distanza. “Giornalisti? Seguitemi”. E ci ha portato nel cortile di quella colonia dove 24 ore prima è stato scoperto il corpo di un ragazzo di appena 31 anni che veniva dalla Nigeria (qui la sua storia). Ad attenderci una quindicina di ragazzi e due ragazze. La diffidenza era palpabile, non dicevano i propri nomi, neppure le età. Poi un ragazzo ha rotto gli indugi creando un effetto domino, lo chiameremo Mr C.

CIRCOLO VIZIOSO “Viviamo in strada o in edifici abbandonati al freddo perché non abbiamo un lavoro. Chi darebbe un lavoro a chi non ha residenza? E chi darebbe una casa a chi non ha un lavoro? Gli unici impieghi che troviamo sono quelli in cui ci sfruttano perché l’uomo nero fa i lavori che non fanno gli altri. Se non abbiamo fatto nulla di male e siamo in regola perché questo trattamento? Perché dobbiamo essere pagati di meno e faticare di più?”.

Quello che appare chiaro nelle parole di Mr C è il cortocircuito burocratico. Un labirinto senza scappatoia in cui gli sfruttatori ci guadagnano. “Ho lavorato a Rimini – ha aggiunto Mr C – in un ristorante per tre giorni, 14 ore, senza sosta. Potevo mangiare solo pasta scondita e mi ha dato 100 euro per tre giorni! Li ho lasciati lì e me ne sono andato”.

Dopo Mr C altri hanno iniziato a raccontarci le loro disavventure. Chi con meno di 30 anni ha un figlio di un anno e, da quanto riferito, è stato separato dalla propria donna che sta in una struttura a Forlì con il piccolo; chi si lamenta perché pur potendo pagare un affitto non trova un alloggio e chi ha sborsato 1600 euro per una casa per poi essere raggirato da un italiano al 100% che si è dileguato con i soldi lasciando un paio di chiavi false. (Ma questa è un’altra storia).

LA STANZA Poi c’è quella stanza. In realtà è un bagno occupato da due materassi, una pentola con maccheroni di giorni e lenzuola macchiate di un rosso che ricorda il colore del sangue. “Questa è la stanza dove Obinna è morto” commenta un ragazzo. “Ora qui dormiamo in tre. Non abbiamo luci la notte, non c’è acqua  fa un gran freddo e non abbiamo neppure le coperte per affrontare l’inverno”.

Altri hanno raccontato che nella colonia vicina c’è un guardiano che tiene alla larga chi è in cerca di un tetto, ma non è stato chiaro su quanti dormono lì. Sta di fatto che rispetto a pochi anni fa il numero di persone che dimorano alle colonie sembra aumentato esponenzialmente. E il pensiero corre subito a lui, il ministro della ruspa e del tutto e subito.

Salvini? Fa bene a cacciare chi vien qui e delinque. Ma perché non guarda bene tra gli italiani che non si comportano bene? – Ha aggiunto Mr C – Capisco anche gli imprenditori che sono iper tassati, ma nessuno viene in Italia per stare male. In Germania ad esempio lo Stato si fa carico di trovarti un lavoro e una casa e se non rispetti le regole sono guai. Io ad esempio ero a Dusseldorf e un giorno non ho pagato il biglietto del treno e mi hanno scoperto. Mi hanno tolto tre giorni di paga”.

Perché sei tornato in Italia? “Mi hanno chiamato proponendomi un lavoro come aiuto cuoco ed è la mia passione. Mi hanno promesso un contratto lungo ma dopo tre mesi mi hanno detto che stavo facendo un tirocinio e che non avevano più bisogno di me”. I ragazzi sentiti sono in gran parte Nigeriani e del Benin tra i 25 e i 36 anni. Hai mai pensato di tornare a casa perché forse lì si sta meglio? “Sì spesso, se la Nigeria sistemasse i propri grossi problemi torneremmo”.

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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