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Mauro Bucci, documentarista di Cesenatico con la sua opera prima ha girato il mondo tra un festival e l’altro per ritirare premi e onori. “Hotel Splendid” ha avuto ad oggi circa un centinaio di proiezioni in oltre 25 paesi compresi tra il tra Mar Baltico e l’Africa Centrale, la Russia e gli Stati Uniti fino al Sud America. Il film è stato accettato da numerosi festival e richiesto spesso in ambito accademico tra cui si segnalano proiezioni alla Columbia University (New York), l’Harvard College (Cambridge), l’University of California (Irvine) e l’ Hse University Russia (Mosca) e così via. E ancora oggi la richiesta continua, proprio ora che Mauro sta lavorando al sequel.

Sei appena tornato dall’Africa per un nuovo film. Dove sei stato e cosa cercavi?

“Sto lavorando come autore a un film documentario indipendente che seguirà la vita privata, il lavoro e gli spostamenti di uno o due ragazzi che in passato erano ospitati all’Hotel Splendid, durante il periodo di accoglienza dei migranti. Sono appena tornato da un viaggio di circa un mese in un villaggio dell’Africa Occidentale, sul confine tra Senegal e Gambia, dove ho convissuto assieme a uno dei protagonisti del film e la sua famiglia che non incontrava da lungo tempo. Sulla regione e nome del villaggio sono, per ora, volutamente vago per ragioni di sicurezza”.

Su cosa verterà il documentario?

“Il film su cui sto lavorando racconterà una storia di migrazione circolare, dall’Europa all’Africa e viceversa, e sarà girato prevalentemente tra il continente nero, l’Italia e la Penisola Scandinava.
Una storia di migrazione di ritorno che cercherà di dare uno spaccato di vita scevro da retoriche strumentali o invasive interpretazioni personali. In particolare, sto documentando il forte impatto che la vita in Europa dei migranti del film ha avuto sulla condizione di chi è rimasto a casa: spesso l’emigrazione è una faccenda che non riguarda una sola persona ma coinvolge una rete molto ampia di individui unita da legami affettivi e sforzi collettivi che comportano aspettative economiche e responsabilità molto alte”.

Come sei arrivato a questo progetto?

“In seguito alle numerose proiezioni del documentario, una delle domande più ricorrenti, sia in Italia che all’estero, era cosa fosse accaduto ai protagonisti dopo la conclusione del film, una volta, cioè, lasciato il centro di accoglienza”.

Da quando hai iniziato il lavoro ne sono successe: è cambiato il governo, l’Hotel Splendid ha chiuso il suo percorso con i richiedenti asilo, una persona è morta nelle colonie di Ponente. Hai più sentito i ragazzi che hai intervistato? Come sono le loro vite oggi?

“Con molti dei primi ragazzi che erano allo Splendid, sono ancora in contatto. Alcuni di loro lavorano in locali o attività commerciali di Cesenatico o delle vicine città, soprattutto legati alla ristorazione e al turismo. Ci incontriamo regolarmente per mangiare o bere qualcosa insieme e aggiornarci sulle nostre esperienze. Altri invece non hanno trovato lavoro in zona e hanno tentato la fortuna all’estero, senza la possibilità, però, di lavorare in regola a causa delle attuali leggi europee che non lo consentono. Basandomi sulle esperienze dei primi migranti arrivati allo Splendid, posso dire che i ragazzi rimasti più tempo sul territorio hanno avuto maggiori opportunità lavorative grazie alla rete di amicizie e conoscenze che sono stati in grado di costruirsi.

Anche l’Hotel ha cambiato nome…

“Quando ci penso mi sembra quasi impossibile che di un luogo così denso di esperienze umane e storie diverse, oggetto al tempo stesso di contestazioni accanite e sostegno instancabile, non resti, di punto in bianco, praticamente più alcuna traccia. Sotto tale aspetto, forse, il mio film “Hotel Splendid” congela un momento di questo complessa amalgama di vissuti ed emozioni, di una situazione senza precedenti e, probabilmente, irripetibile per Cesenatico.

 

Con il decreto sicurezza, a tuo dire, come cambiano le cose?

“Sul decreto sicurezza è stato detto veramente tanto ed è stato analizzato sotto ogni aspetto e posizione politica. Non penso di poter aggiungere molto a quanto già riportato fino ad ora. Posso però osservarne uno specifico aspetto attraverso l’esperienza di alcuni ragazzi che ho conosciuto durante le riprese del film, usciti poi dallo Splendid con il permesso di soggiorno per protezione umanitaria in tasca. Persone, in molti casi, che sono riuscite ad ottenere un lavoro stabile ed inserirsi bene nella vita sociale locale ma la cui regolarità la nuova legge rimette in discussione. Sottoponendoli al rischio, cioè, di passare da una condizione di integrazione a una di irregolarità e perdita di lavoro e alloggio. Con tutto il carico di forte frustrazione e disperazione che una situazione di questo tipo può per loro comportare”.

Tutte le foto sono a cura di Mauro Bucci.

 

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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