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“A stare in mare c’era da avere paura”. Questo il commento di un pescatore appena tornato a terra dopo aver affrontato la bufera. Erano almeno cinque le navi che affollavano l’imbocco del porto canale in attesa che le porte vinciane si riaprissero. Parcheggiate fuori dallo sbarramento a difesa della città c’erano Barbaro, Vikingo, Nonno Lugaro, tutte a volante, a cui si è aggiunto il Benedetta e  Azzurra I (a strascico) che ha imboccato il porto.

“È giunto – ha aggiunto – dai cantieri navali Righetti, Tebaldo per portarci dei parabordi di sicurezza per limitare i danni e alcune cime”. Alcuni parabordi si sono rotti a causa della forza delle onde con conseguente urto degli scafi e delle banchine

A complicare la situazione, come si vede nella prima parte del video che ci ha inviato Fabio Nobile, il Giomada, che fa la pesca a volante, è stata impegnata nell’assistenza ad un peschereccio a strascico, il Rimas che pare avesse il motore in avaria; le due imbarcazioni hanno fatto rientro in porto. “Abbiamo atteso attraccati in banchina fuori dalle porte circa due ore” ha detto il pescatore con la tuta cerata ancora umida e il cappuccio in testa per ripararsi dalle gocce gelide di ottobre.

 

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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