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Riceviamo e pubblichiamo

“La scelta di votare il 26 gennaio con le feste Natalizie in mezzo alla campagna elettorale non è stata brillante, i candidati hanno avuto poco tempo per farsi conoscere, io ho rispettato il Natale, periodo magico per tutte le famiglie ma ora è arrivato il momento di essere presente.

Molti di voi mi conoscono per il mio passato politico in Alleanza Nazionale; nel mio Comune io  e Zabberoni, oggi Sindaco di Borghi, abbiamo portato avanti insieme tante battaglie, ma dall’opposizione abbiamo potuto fare solo un lavoro di controllo, di piccole rettifiche e di informazione ai cittadini. Ora Zabberoni è il primo cittadino di Borghi e sta lavorando, direi giorno e notte, per rimettere in sesto il Comune completamente abbandonato durante i lunghi anni di governo del PD,  mentre io ho fatto la scelta di candidarmi alla Regione per Fratelli d’Italia”.

“Una scelta motivata dal cuore, dalla passione che ho sempre avuto di poter contribuire al futuro dei miei figli e non solo, ai giovani, alle future generazioni, quella prospettiva di vita che i nostri nonni e i nostri padri con sacrifici ci hanno lasciato e io non ho mai accettato di non poter fare altrettanto.

Facciamo una riflessione insieme, quante cose attorno a noi non funzionano da anni, quanti fatti scandalosi, ruberie, sprechi, inefficienza vediamo nei servizi in tv o leggiamo sui giornali e che reazione abbiamo solitamente? Abitudine alle cattive gestioni, abitudine ai soprusi, abitudine a code o a ore passate inutilmente per richieste anche semplici come certificati o altro; non parliamo poi di tutte le   bollette, le tasse, le spese varie oramai quotidiane. Insomma un elenco innumerevole di situazioni tanto complicate ogni giorno che viene voglia di non fare niente, di chiudersi in casa e sedersi.

In questi anni con tre figli a scuola ho potuto osservare quanti bambini hanno sempre maggiori  difficoltà di apprendimento e di equilibrio psicologico, una tragedia silenziosa che si svolge dentro le nostre case, i bambini sono in uno stato emotivo devastato, nonché nuove malattie come l’ADHD, deficit di attenzione, malattie mentali, crisi depressive e tendenze suicide  negli adolescenti. Ma è un tema che riguarda la famiglia e non si può affrontare con due parole, però fa capire il malessere di questa società perchè lo si legge negli occhi dei bambini stessi.

Il malessere coinvolge  chiaramente l’intera struttura famigliare, ma, pur non essendo tutta la colpa imputabile ai genitori essi, a loro volta, subiscono questo presente fatto di incertezze, di ostacoli e di tanta solitudine, per non parlare poi dei nonni”.

Nessuno si ferma mai a riflettere sulle motivazioni che ci hanno portato a questo degrado sociale ed economico: la responsabilità è sicuramente  della Politica. Il cinquantennale e ininterrotto  “Governo delle sinistre” della Regione Emilia-Romagna non è estraneo a tutto questo, direi, piuttosto che è responsabile di tutto questo. Vi propongo un viaggio a ritroso di 20/25 anni per tornare  alla fine degli anni 90.

Una legge Regionale del 1999, conseguenza della legge Bersani, liberalizzò il commercio (ottima iniziativa di per se) e tracciò le basi per il proliferare di nuovi megacentri commerciali.

Ricordo che, persino Roncofreddo ( 3000 abitanti), grazie a quella norma,  avrebbe potuto dotarsi una propria maxi struttura commerciale!

Quello è stato l’inizio della fine dei piccoli commercianti e degli artigiani, la fine di quella “classe media” che, allora, costituiva  circa  l’80% della popolazione ma, soprattutto, dei nostri bellissimi centri storici che tutto il mondo ci aveva sempre  invidiato.

Avevamo già la prova del fallimento, in Emilia, dei mega centri commerciali, ma quell’esperienza negativa non è servita; è vero che non si può fermare  il progresso, se tale lo possiamo definire, ma lo si può sicuramente guidare e forgiare.

Si sarebbe potuto incentivare il piccolo commercio aiutando gli esercenti a trasformare i centri storici in  centri commerciali di nuova generazione, a misura d’uomo; si sarebbero dovute coinvolgere le attività esistenti, le nostre eccellenze artigianali e commerciali, in un nuovo progetto della città invece di  dare la stura ad un selvaggio consumo dei territori periferici ove realizzare megastrutture finalizzate a privilegiare solo ed esclusivamente gruppi finanziari “amici” e/o gruppi multinazionali.

Continuando a  tornando indietro nel tempo, pensiamo ai piani regolatori, concepiti alla fine degli anni ’90, che hanno favorito la speculazione edilizia più selvaggia ove costruttori senza scrupoli hanno realizzato e venduto a peso d’oro milioni e milioni di metri cubi di cemento realizzati con scarsissima qualità e in assenza assoluta di caratteristiche antisismiche infischiandosene della pubblica incolumità,

Le amministrazioni locali della nostra Regione, da sempre dominate dalla sinistra,  cui è demandato il compito della pianificazione del territorio, hanno permesso di catapultare sul mercato delle abitazioni di scarsa qualità, sempre più care ma di superfici sempre più ridotte e  non certo a misura di famiglia.  E’ stato inutile suggerire un controllo dei prezzi, costruire meno appartamenti e più grandi, dotati di spazi sufficienti ad una coppia con due bambini e magari una stanza per i nonni.

Oggi non ci saremmo trovati con una grave scarsità di  case di riposo per gli anziani, avremmo potuto costruire più  asili e scuole e non avere famiglie senza un tetto sulla testa con i  genitori schiacciati dalle difficoltà economiche e  non supportati in nessun modo dalle amministrazioni pubbliche.

La Chiesa fa quello che può, ma anch’essa è in affanno; l’amara realtà è che ognuno,  noi,  il nostro vicino, il prossimo, per difficoltà oggettive tende a  pensare solo a se stesso ma così viene meno il senso di appartenenza, di comunità umana e sociale.

Vogliamo affrontare la sanità? Grandi progetti, grandi idee e grande vuoto nelle vallate, nei luoghi turistici e  nei piccoli comuni.

Grandi strutture fatiscenti, mai adeguate anche quando rinnovate e, se posso, visto che malauguratamente le frequento, penso che  questa eccellente sanità, di cui Il Governatore uscente Bonaccini si vanta tanto, è effettivamente eccellente perchè  i dipendenti sono le vere eccellenze.

Allora, eccoci tornare a bomba all’inizio del mio discorso: la politica è fondamentale nella nostra vita, anche  la semplice  decisione di un cambio di un senso unico o di lavori di manutenzione di una strada che durano 3 anni piuttosto che 6 mesi, in una zona commerciale, possono creare danni irreversibili.

Non abituiamoci a tutto questo, prendiamo esempio dalla vicina Francia: i pensionati visti calpestati i loro diritti  sono stati in piazza 40 giorni e hanno ottenuto quello che ritenevano giusto per loro. Non  chiniamo le testa, non rassegnamoci all’assuefazione.

Noi Romagnoli siamo un popolo tenace, siamo grandi coltivatori, abili industriali, ci siamo inventati il turismo!! Quel turismo che ci ha invidiato tutto il mondo e che ora rischiamo di perdere.  Noi,  siamo qui che compiliamo carte, paghiamo tasse e abbiamo paura di muoverci.

La propaganda di quello che io chiamo “Ancienne Règime”, cioè il cinquantennale governo delle sinistre tende a far passare l’idea che centro destra sia meno preparato a guidare la nostra regione del Governatore solitario Bonaccini, ma una buona impresa non ha paura crescere e di acquisire nuovi compiti e nuovi impegni.

Il centro destra è una competente e solida struttura, governa con successo crescente in 12 Regioni della nostra Nazione ed ha le carte in regola per ambire, finalmente, alla guida dell’Emilia e Romagna per cambiare, in meglio, il destino di questi territori. Dateci fiducia.

Io non sono tipo da “selfie” o da promesse non realizzabili, ma sono una donna concreta, una madre che ha cresciuto tre figli, lavoro sodo fin da ragazzina  e mi accompagnano da sempre i valori della Famiglia e della Patria valori che  ho ritrovato in Giorgia Meloni, la nostra Leader, stimata in tutto il mondo e inserita dal Times tra le 20 persone più influenti al mondo. Chi è invece Bonaccini: uno dei tanti oscuri funzionari di partito cresciuti all’interno della struttura del PCI, poi PDS, quindi DS ora PD e …..domani chissà, stanno già parlando di cambiare di nuovo il nome del Partito”.

 
Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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